Domenico Nordio

Lunedì 12 Dicembre ore 21:00 Sala Verdi, Conservatorio di Milano _Via Conservatorio, 12

Violinista DOMENICO NORDIO Pianista HANS FAZZARI

DOMENICO NORDIO – Allievo di Romano e di Auclair, ha tenuto il primo recital a dieci anni, a sedici ha vinto il “Viotti” di Vercelli con Menuhin Presidente di Giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, nel 1988 ha vinto il Gran Premio dell’Eurovisione (unico vincitore italiano nella storia del Concorso). Ha suonato a Carnegie Hall (New York), Salle Pleyel (Parigi), Teatro alla Scala (Milano), Barbican Center (Londra), Suntory Hall (Tokyo), con London Symphony, National de France, Accademia di Santa Cecilia-Roma, Orchestra Nazionale RAI, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Borusan di Istanbul, Enescu Philharmonic, SWR Sinfonieorchester di Stoccarda, Moscow State Symphony e con direttori quali Flor, Steinberg, Casadesus, Luisi, Lazarev, Aykal. Ha tenuto concerti alla Filarmonica di San Pietroburgo, Filarmonica Enescu di Bucarest, Teatro Municipal di Rio de Janeiro, Teatro Colon di Buenos Aires, Sala Tchaikovskij di Mosca e al Zorlu Center di Istanbul. Nella stagione 14-15 si è esibito al Concertgebouw di Amsterdam, all’International House of Music di Mosca (con Lidsky), all’Auditorium di Milano (Orchestra Verdi e Ceccherini), alla Filarmonica di Kiev (Kiev Philharmonic Orchestra e Kofman), nella Sala San Paolo di São Paulo, nella Sala Nezahualcóyotl di Città del Messico, ad Ankara con la Presidential Symphony Orchestra e a Montevideo con la Filarmonica de Montevideo e Myrat. Nella stagione 15-16 concerti con: Orchestra Nazionale RAI, Filarmonica della Fenice di Venezia, Filarmonica di Kiev, Orchestra Nazionale del Montenegro, oltre alla residenza al Festival di Johannesburg e al ritorno alla Sala San Paolo, etc… Apprezzato camerista, Nordio suona regolarmente con Maisky, Lortie, Belkin, Lidsky e Swann; è molto attento alla musica di oggi e ha tenuto a battesimo brani di Semini, Donatoni (Duo per violino e viola), Boccadoro («Cadillac Moon» registrato dal vivo per Rai Trade), Dall’Ongaro (“La zona rossa”) e Molinelli («Zorn Hoffnung Gesang», in prima assoluta per la Finale del Concorso di Composizione «2 Agosto» con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna). I suoi ultimi CD includono Respighi e Dallapiccola con Muhai Tang e la Filarmonica Toscanini (2013), Castelnuovo Tedesco e Casella con l’Orchestra della Svizzera Italiana e Ceccherini (2015). É ospite memorabile delle “Serate Musicali” dal 1997.

 

HANS FAZZARI – Come pianista è stato in Europa, nelle due Americhe, in Oriente. Tra l’altro, ospite della Piccola Scala, della Accademia di Santa Cecilia, di Carnegie Hall. Ha al suo attivo un centinaio di trasmissioni audio e video; ha pubblicato trascrizioni, revisioni, riscoperte del patrimonio nostro antico, anche in collaborazione con Zecchi. Ha pubblicato composizioni originali. È stato eseguito in Europa, America, Giappone. È stato eseguito anche discograficamente; i suoi dischi sono stati tutti dei best-sellers. Musica da camera: partner di alcuni dei maggiori artisti: Zecchi, Gelber, Argerich, Fowke, Hough, Schiff, Ghiglia, Bream, Trio della Scala, Prey, Ramey, Berganza, Tagliavini, Bruson, Merrit, Serdar, Katia Ricciarelli, Josè Carreras, Zabaleta, Rampal, Ricci, Gendron, Brunello, Diaz, Gitlis. Ha suonato con Gringolts, Ughi, Zayas, Dindo, Prosseda, etc… Pianista contro-corrente, ha suonato a Vienna e un grande giornale viennese ha parlato di «miracolo»: l’esistere nella nostra epoca di un artista dedito all’attimo fuggente. Consolare una Principessa, o consolare la «Magis amica»: su questa linea anche il Corriere della Sera si è occupato di H.F. come paradosso vivente, scoprendo in lui qualcosa di forse «unico al mondo» e che comunque non esiste più. Tra i ricordi: un incontro si consumò con Severgnini, già anima del Teatro alla Scala, nei momenti più difficili. Severgnini invita H.F. a eseguire integralmente tutte le Sonate del divino Mozart, cosa che viene fatta per filo e per segno. Ma Milano non si commuove. Severgnini scuote la testa: «Milano è una città oscena!». Tra altri ricordi: la grande pianista italiana Maria Golia, crede di ascoltare nel suono fabbricato da H.F. qualcosa della voce del soprannaturale pianista del secolo Friedmann. La stessa impressione ricava il grandissimo pianista inglese Hough. Altri vi ascoltarono un’eco della voce perduta di Cherkassky. Ha suonato per Cherkassky e Cherkassky ha suonato per lui. Cherkassky gli ha chiesto cosa ne pensasse (!!!). Poi: «Tra noi c’è comunione». Il suo libro «So long Shura», resta l’unico omaggio alla memoria dell’ineffabile genio di Shura Cherkassky. Libro contro-corrente, come si capisce, che si pone anzitutto il quesito se fosse l’«ultimo» dei Profeti degli Anni d’Oro (anni trenta), l’ultimo in quanto sopravvissuto, o l’ultimo in ordine di valore, in quanto accreditato solo di essere stato il miglior allievo del grande Joseph Hoffman. Il libro fornisce la «dimostrazione» che Shura Cherkassky non fu affatto l’«ultimo» rispetto ai maggiori profeti romantici degli anni trenta (ultimi anni d’oro prima della guerra), cioè la Trinità Rachmaninov- Paderewski-Hoffman, anzi di gran lunga il più vero. Almeno come artista «meteorologico» (fantasticamente mutevole) erede cioè della parte migliore di Anton Rubinstein, il rivale di Liszt.