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Isserlis- Levin e Beethoven

Proponiamo oggi un estratto dal concerto del 20 Maggio 2019 dove il violoncellista Steven Isserlis insieme al fortepianista Robert Levin hanno proposto le Variazioni su ‘Bei Männern, welche Liebe fühlen’ da “Il flauto magico” di W. A. Mozart.

Steven Isserlis, uno dei due violoncellisti viventi incluso nella Gramophone’s Hall of Fame, Suona lo Stradivari “Marquis de Corberon (Nelsova)” del 1726, su gentile concessione della Royal Academy of Music.

Insignito di molti riconoscimenti fra cui un CBE nel 1998 in segno dell’instancabile attività artistica, il Premio Schumann della  Città di Zwickau, il Piatigorsky Prize negli Stati Uniti,  il Glashütte Original Music Festival Award, la Wigmore Hall Gold Medal e la Walter Willson Cobbett Medal per il suo impegno nella musica da camera.

Isserlis nutre grande interesse per gli strumenti d’epoca e  ha  suonato  con  le  più  importanti  orchestre  di  strumenti originali e in recital con cembalo e fortepiano.
È anche un fiero  sostenitore  della musica contemporanea e ha collaborato con i più celebri compositori presentando nuove opere, tra le quali The Protecting Veil di John Tavener, Lieux retrouvés di Thomas Adès e For Steven di Gyorgy Kurtág. Attraverso una discografia pluripremiata Isserlis rivela la vastità del suo repertorio.

Le “Serate Musicali” si onorano di avere trovato affinità elettive con un Artista già storico come Isserlis. Virtuoso dal volto umano, non ignora e non disdegna alcun tipo di humor, per il nostro conforto, la nostra delizia, la nostra consolazione. La sua “noblesse” lo fa essere più unico che raro. Il suo “cantabile” è invidiato e non è forse riproducibile. I suoi viaggi e le sue avventure nella storia ci accompagnano. È ospite di Serate Musicali – Milano dal 1992.

Un appassionato sostenitore della nuova musica, Robert Levin ha commissionato e presentato in anteprima un gran numero di opere.
Rinomato musicista da camera, i suoi completamenti dei frammenti di Mozart sono pubblicati da Bärenreiter, Breitkopf & Härtel, Carus, Peters e Wiener Urtext Edition, registrati e eseguiti in tutto il mondo.

Per l’occasione Robert Levin si esibì su un Fortepiano a coda Johann Schantz, Vienna, ca.1810, della collezione di Fernanda Giulini.

Rinomato per i suoi abbellimenti e cadenze improvvisati nel repertorio del periodo classico, Robert Levin ha registrato per alcune importanti etichette discografiche. Tra queste registrazioni figura il ciclo di Concerti di Mozart; il ciclo di Concerti di Beethoven e prossimamente verrà pubblicata la sua lettura delle Sonate per pianoforte di Mozart, su pianoforte dello stesso.
Collabora regolarmente con Steven Isserlis, con cui ha registrato l’Integrale beethoveniana per pianoforte e violoncello.

ecco una guida all’ascolto dell’opera proposta tratta dal sito Flaminioonline

“Già autore di due importanti sonate per violoncello e piano – le due dell’opera 5 – Beethoven, tra il 1796 e il 1801, scrisse per gli stessi strumenti tre serie di variazioni. Per una di esse scelse un tema dal «Judas Makkabäus» di Händel, mentre per le altre due adottò temi del «Flauto Magico» e precisamente l’aria di Papageno nel secondo atto e il duetto Pamina-Papageno nel primo. Queste ultime variazioni furono probabilmente scritte nel 1801 e comparvero presso l’editore Mollo l’anno seguente. Scopo dell’opera è mettere in luce la bravura di qualche virtuoso, e vi si ammira, pur nei limiti di una composizione decisamente minore, la sagacia nello sfruttamento delle risorse del violoncello. Il tema è esposto già in una variante canonica, mentre le prime due variazioni si addentrano sempre più in brillanti arabeschi. Per contrasto la terza variazione è spiccatamente melodica e prepara la quarta che ha accenti drammatici. Ancora in contrasto tra loro sono la vivace quinta variazione e la sesta dai toni pacati e contemplativi. Infine la settima variazione, allegro non troppo, viene seguita da una coda che è di per sé il pezzo più lungo della composizione. Si può dire che soltanto in questa coda Beethoven si appropri del tema mozartiano e ne estragga un materiale del tutto personale e lo animi con una grande foga inventiva.”

Bruno Cagli