Recensione del concerto del 08 11 2021

Zlata Chochieva alle Serate Musicali

Da alcuni anni la pianista Zlata Chochieva è una costante presenza in Conservatorio ai concerti organizzati da Serate Musicali. Zlata è nata a Mosca ma è residente da tempo a Berlino. Ieri sera, in Sala Verdi, ha impaginato un programma di particolare interesse per la composizione dei brani scelti, alcuni di rara esecuzione. La maggior parte sono rielaborazioni o trascrizioni fatte da grandi pianisti del passato – e non solo pianisti- , quali Franz Liszt, Ignaz Friedman e Sergej Rachmaninov. Nella parte centrale della serata, la corposa suite in cinque parti Miroirs op.43, di Maurice Ravel, era l’unico lavoro originale. Brani di Grazioli, Bach, Mahler, Schubert, Mendelssohn e Gartner, quasi tutti estrapolati da lavori più ampi, sono stati ripensati virtuosisticamente dai pianisti-compositori sopracitati e hanno trovato in Zlata Chochieva un’inteprete eccellente per qualità espresse.
La virtuosa, allieva in passato anche di Pletnev, ha rivelato facilità interpretativa anche nei frangenti più complessi. I brani, presenti anche in un suo recente Cd, si sono succeduti senza la classica interruzione di metà concerto. Il primo era un rarissimo Adagio, da una sonata per clavicembalo di G.B.Grazioli ( 1746-1820), trascritto da Ignaz Friedman (1882-1948), storico interprete che frequentò i corsi di Ferruccio Busoni. Il celebre Allegro iniziale, dal Concerto Brandeburghese n.3 di J.S.Bach- rivisto ancora da Friedman- ha rivelato ancor più le qualità virtuosistiche ed espressive della Chochieva. Dopo l’ottimo Tempo di Minuetto dalla Terza Sinfonia di Gustav Mahler, sempre nella trascrizione di Friedman, la pianista ha rivelato sensibilità ai colori di Ravel nelle celebri Miroirs, composti dal francese tra il 1904 e il 1905.
Un’interpretazione precisa, sicura, all’insegna della delicatezza e della tenue espressività. Di ottimo livello anche i tre lieder di Schubert rivisti da Liszt, precisamente Wohin?, Litaney e Auf dem Wasser zu singen. Ancor più coinvolgente il lied di Mendelssohn-Liszt Auf Flügeln des Gesanges.
A conclusione del programma ufficiale, prima un impeccabile Scherzo dal mendelssohniano Sogno di una notte di mezza estate, nella virtuosistica trascrizione di Rachmaninov e poi, dalle rarissime Sei danze viennesi di Eduard Gartner (1862-1918), il Tempo di Valse lente rivisto sempre da Friedman. Fragorosi gli applausi del pubblico intervenuto in Sala Verdi, purtroppo non numerosissimo, e due i bis concessi dalla bravissima e bella interprete: prima la nota Gopak di M.Musorgskij- Rachmaninov e quindi una rarissima, iper-virtuosistica e stravolgente Toccata del francese Pierre Sancan (1916- 2008). Ancora applausi fragorosi.
Da ricordare

9 Novembre 2021 Cesare Guzzardella


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