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Recensione del concerto del 17 04 2023

Gidon Kremer in Trio per le Serate Musicali del Conservatorio

Un Trio di eccellente qualità quello formato da Gidon Kremer al violino, Giedrė Dirvanauskaitė al violoncello e Georgijs Osokins al pianoforte. L’impaginato ascoltato ieri sera, ai concerti organizzati da Serate Musicali, risponde all’intelligenza del grande violinista lettone che trova sempre attenzione all’inserimento di brani del Novecento o contemporanei, come quelli ascoltati nella prima parte della splendida serata.

Il brano introduttivo era infatti del polacco Mieczyslaw Weinberg (1919-1996) con la sua Sonata n.4 per violino e pianoforte op.39, lavoro composto a Mosca nel 1947. La Sonata risente molto delle modalità compositive di Šostakovič, compositore che influenzò notevolmente il più giovane Weinberg, venuto a vivere negli ultimi decenni della sua vità nella ex Unione Sovietica. Ottima l’interpretazione fornita da Kremer ed Osokins nel lavoro in tre parti caratterizzate da andamenti pacati di grande rilevanza espressiva. Nel secondo brano, con il gruppo cameristico al completo, è stato eseguito il Trio con pianoforte “Middleheim” di Giya Kancheli (1935-2019). Il brano del compositore vissuto in Georgia, a Tblisi, è particolarmente ispirato. Un’atmosfera notturna giocata su semplici elementi melodico-armonici ricchi però di suggestiva espressività, resa con grande pregnanza estetica dal trio.

Dopo il breve intervallo, il monumentale Trio con pianoforte in la minore op.50 di Čajkovskij, dedicato dal grande compositore russo al pianista e didatta Nikolaj Rubinstein – fratello del più noto compositore Anton Rubinstein- ha coperto la seconda parte della serata. È un brano particolarmente eseguito che rivela lo stile tipico e le personali qualitè del grande compositore. Le splendide dodici variazioni sul Tema che completano il corposo lavoro, hanno ben evidenziato le alte qualità espressive del trio, con il violino di Kremer e il violoncello della lituana Dirvanausskaitė paritetici in qualità nello scambiarsi le espressive parti melodiche e l’ottimo pianoforte del giovane lettone Osokins nel completare armonicamente lo straordinario lavoro che il grande compositore scrisse tra il 1881 e il 1882. Eccellente l’interpretazione. Applausi calorisissimi al termine e di grande intensità emotiva il profondo lied di Schubert, Du bist die Ruh– Tu sei la pace – nell’ottima trascrizione proposta come bis. Una serata di grande valore musicale.

18 Aprile 2023 Cesare Guzzardella

Galleria di foto di Alberto Panzani

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