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KREMER – DIRVANAUSKAITĖ – OSOKINS

Dettagli

Data:
17 Aprile 2023
Ora:
8:45 pm – 10:30 pm
Prezzo:
€25 – €30
Categoria Evento:
Tag Evento:
,

Organizzatore

Serate Musicali
Phone
02 29409724
Email
biglietteria@seratemusicali.it
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Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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«LO STRUMENTO DELL’ANNO» «I GRANDI INTERPRETI»

Violinista GIDON KREMER

Violoncellista GIEDRĖ DIRVANAUSKAITĖ

Pianista GEORGIJS OSOKINS

PROGRAMMA

MIECZYSŁAW WEINBERG (1919 – 1996)

Sonata n.4 per violino e pianoforte op.39

  1. Adagio
  2. Allegro ma non troppo – Adagio primo
  3. Adagio tenuto molto rubato – Adagio primo

GIYA KANCHELI (1935 – 2019)

«Middleheim» per Trio con pianoforte

PIOTR ILIC CIAIKOVSKI (1840 – 1893)

Trio con pianoforte in la minore op.50 «In memoria di un grande artista»

1. Pezzo elegiaco (Moderato assai. Allegro giusto)

2. Tema con variazioni:

  1. Tema (Andante con moto)
  2. Variazione I (L’ìstesso tempo)
  3. Variazione II (Più mosso)
  4. Variazione III (Allegro moderato)
  5. Variazione IV (L’istesso tempo)
  6. Variazione V (L’istesso tempo)
  7. Variazione VI (Tempo di Valse)
  8. Variazione VII (Allegro moderato)
  9. Variazione VIII (Fuga: Allegro moderato)
  10. Variazione IX (Andante flebile, ma non tanto)
  11. Variazione X (Tempo di Mazurka)
  12. Variazione XI (Moderato)
  13. Variazione finale e Coda (Allegro risoluto e con fuoco. Andante con moto. Lugubre)

Scarica il libretto di sala


GIDON KREMER

Il suo repertorio abbraccia le opere classiche e la musica dei principali compositori del XX e XXI secolo. Sostenitore delle opere di compositori viventi russi e dell’Europa dell’Est ha interpretato numerose loro nuove composizioni, molte delle quali dedicate proprio a lui, infatti il suo nome è saldamente associato a Schnittke, Pärt, Kancheli, Gubaidulina, Silvestrov, Nono, Denisov, Reimann, Vasks, Adams, Kissine, Nyman, Glass, Desyatnikov e Piazzolla. Kremer ha al suo attivo più di 120 registrazioni, molte delle quali hanno ricevuto premi e riconoscimenti internazionali tra cui: Premio Ernst von Siemens, Bundesverdienstkreuz, Triumph Prize 2000, Premio Unesco nel 2001 e il Premio Una Vita Nella Musica – Arthur Rubinstein a Venezia. Nel 2016 Kremer ha ricevuto il Praemium Imperiale del Giappone, considerato il Premio Nobel del mondo musicale. Nel 1997 ha fondato la Kremerata Baltica con lo scopo di promuovere giovani musicisti talentuosi provenienti dall’area baltica. Nella stagione 2016-2017 la Kremerata Baltica ha effettuato una storica tournée che ha toccato Medio Oriente, Stati Uniti, Europa e Asia per festeggiare il ventesimo anniversario della fondazione. Va inoltre sottolineato l’impegno di Kremer nella “scoperta” del compositore Mieczyslaw Weinberg del quale ha pubblicato nel 2019 e nel 2021 CD dedicati alla sua musica orchestrale e da camera eseguita da Kremer stesso.  Kremer è ospite di Serate Musicali – Milano dal 1978.

GIEDRE DIRVANAUSKAITE

Nata a Kaunas, in Lituania, in una famiglia di musicisti, ha studiato violoncello alla Lithuania Academy of Music and Theatre di Vilnius e ha seguito le masterclass di Rostropovich, Geringas, Beyerle, oltre a quelle di Tatjana Gridenko e del Quartetto Hagen. Ė uno dei membri fondatori della Kremerata Baltica di cui è violoncello principale dal 2008. Ė ospite dei più importanti festival e collabora regolarmente con Martha Argerich, Michel Portal, Sa Chen, Valery Affanassiev, Oleg Maisenberg, Mate Bekovac e Yuri Bashmet. Come solista è stata diretta da Sondeckis, Kofman, Rinkevicius, Brunello, Salonen e Boreyko. Insieme a Buniatishvili e Kremer, ha ricevuto il Preis der deutscher Schallplattenkritik per la registrazione dei Trii per pianoforte di Ciaikovski e Kessine. Nel 2017, una registrazione di entrambi i Trii per pianoforte di Rachmaninov con Kremer e Trifonov; nel 2019 un CD di musica da camera di Weinberg; nel 2020 un CD con Kremer e  Osokins (opere di Beethoven e Chopin). Suona regolarmente con Kremerata Baltica e in Trio con Gidon Kremer e Yulianna Avdeeva o Georgijs Osokins, su uno strumento realizzato da Matteo Goffriller.

GEORGIJS OSOKINS

Dal debutto, avvenuto a soli dieci anni con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Lettone, Osokins si è esibito con Amadeus Chamber Orchestra, Kremerata Baltica, Filarmonica di Taiwan, Sinfonietta Cracovia e ha collaborato con Kremer, Dirvanauskaite, Nakariakov, Altstaedt, Fedoseev, Avdeeva, Kuokman etc.. Nel 2015 ha partecipato al Concorso Chopin; ha suonato nelle più importanti Sale: Konzerthaus di Berlino, Playhouse di Vancouver, Laeiszhalle ed Elbphilharmonie di Amburgo, Zaryadye Concert Hall di Mosca, Metropolitan Theatre Hall di Tokyo, Tongyeong Hall della Corea del Sud e ha partecipato ai più importanti Festival: Klavier-Festival della Ruhr, Festival Chopin di Varsavia, Festival di Lockenhaus, International Piano Series di Berna. Intensa attività discografica: due CD incentrati su Chopin e Rachmaninov; un CD di musica da camera contenente Trii di Chopin e Beethoven, nominato agli International Classical Music Awards 2020 e all’Opus Klassik 2021. Nel 2021 ha debuttato al Martha Argerich Festival di Amburgo e al 101° Festival di Salisburgo, condividendo il palco con Gidon Kremer e Giedre Dirvanauskaite. Ė stato definito da Kremer “primo artista ospite permanente” della Kremerata Baltica, nei suoi 22 anni di storia, insieme a Debargue.


SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI IMPOSTARE I TELEFONI CELLULARI IN MODALITÀ SILENZIOSA

Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione

MIECZYSŁAW WEINBERG – Sonata n.4 per violino e pianoforte op.39

Nato l’8 dicembre 1919 a Varsavia in una famiglia di musicisti, studiò all’Accademia di Musica, diretta da Karol Szimanowski. Dopo l’invasione di Hitler e lo sterminio della sua famiglia, fuggì verso est, rifugiandosi a Minsk e successivamente a Tashkent, dove lavorò al Teatro dell’Opera. Da lì nel 1943 inviò il manoscritto della sua Prima Sinfonia a Shostakovich, che gli fece recapitare un invito ufficiale a recarsi a Mosca, dove trascorse il resto della sua vita, vivendo in gran parte delle sue composizioni e dell’attività di pianista. Sempre molto legato a Shostakovich, con cui spesso suonava, dopo il nazismo, Weinberg non ebbe vita facile nemmeno con lo Stalinismo; nel febbraio 1953 venne arrestato con l’accusa di “formalismo”, ma si salvò grazie alla morte di Stalin e venne poi riabilitato. Shostakovich  lo definì  «uno dei compositori più importanti del nostro tempo», gli dedicò il suo decimo Quartetto per archi. Sebbene Weinberg abbia sempre dichiarato che la sua fonte di ispirazione fosse Shostakovich, tra i due compositori esiste una differenza molto evidente, in quanto se Shostakovich scrisse solo tre Sonate dedicate rispettivamente al violino, al violoncello e alla viola, Weinberg ne compose una trentina. Pur non essendo un violinista, nelle sue opere Weinberg dimostrò di saper sfruttare fino in fondo le risorse tecniche ed espressive di questo strumento. In particolare, la Sonata n.4, composta nel 1947, denota una grande padronanza espressiva, una personalità molto carismatica e la capacità di reinterpretare alcuni stilemi con grande originalità.

GIYA KANCHELI – «Middleheim» per Trio con pianoforte

Cresciuto a Tbilisi, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica si trasferì a Berlino e nel 1995 ad Anversa. La sua musica comunicativa e immediata, spesso di taglio spiritualistico, è ricca di ispirazione religiosa e popolare. Dopo il 1990 la sua musica è divenuta generalmente più sommessa e nostalgica. Il Trio «Middleheim», in programma questa sera, è dedicato ai medici dell’ospedale Middleheim di Anversa, dove Kancheli venne rianimato, in extremis, nell’inverno del 2016.

PIOTR ILIC CIAIKOVSKI – Trio con pianoforte in la minore op.50 «In memoria di un grande artista»

Il Trio in la minore op.50 per violino, violoncello e pianoforte fu scritto da Ciaikovski a Roma tra il novembre del 1881 e il gennaio del 1882, come immediata reazione alla notizia della morte di Nikolaj Rubinstein, pianista e didatta, suo intimo amico e sostenitore, nonché fratello del più celebre Anton. Il Trio, un unicum nella produzione del musicista russo, è un’opera magistrale e monumentale che richiede ai tre strumentisti un considerevole impegno esecutivo. È curiosa tuttavia una frase che lo stesso Ciaikovski aveva scritto a Nadezda von Meck (ammiratrice e sostenitrice del musicista) qualche anno prima in merito all’unione dei timbri dei tre strumenti: «Forse per la natura stessa del nostro organo uditivo, mi riesce insopportabile l’associazione del pianoforte col violino e col violoncello: mi sembra che questi timbri non si amalgamino bene insieme…». Ma di questa opinione il Trio, dedicato «alla memoria di un grande artista», non risente affatto: l’esito artistico conclusivo è anzi particolarmente efficace grazie all’abbondanza delle idee musicali, al rigoglioso intreccio di linee melodiche e a un’utilizzazione “sinfonica” delle risorse timbriche ed espressive dei tre strumenti («musica sinfonica arrangiata per trio», come ebbe efficacemente a dire di quest’opera lo stesso Ciaikovski).

Originale è anche la struttura formale dell’opera, che consta di due soli movimenti: il primo è un Pezzo elegiaco (titolo che segna la nascita di una tradizione, ripresa da Rachmaninov col suo Trio elegiaco in memoria proprio di Ciaikovski) nel quale si alternano episodi musicali ora lirici, ora nostalgici, ora irruenti e tenebrosi; il secondo è un Tema con variazioni diviso in due sezioni, la prima costituita dal tema seguito da undici variazioni, la seconda dalla variazione finale e da una coda. La conclusione del Trio vede la ripresa del tema del primo movimento come marcia funebre. Il Pezzo elegiaco è una pagina ricca di temi trascinanti, presentati da Ciaikovski con sapienza e con quella giusta dose di retorica che ne contraddistingue il linguaggio musicale. Il tema che apre il secondo movimento è un motivo semplice e cantabile esposto dal pianoforte in una scrittura accordale, quasi di corale.

Le successive variazioni, che alcuni commentatori vorrebbero legate ad altrettanti episodi della vita di Nikolaj Rubinstein, non ne alterano la struttura armonica e melodica: le linee guida del tema sono sempre chiaramente percepibili all’ascolto. Nella prima variazione il tema è affidato al violino, mentre il violoncello lo impreziosisce con delicati arabeschi sonori. La seconda variazione è affidata al violoncello, la terza è una variazione ritmica: il tema diventa ora saltellante negli agili accordi ribattuti del pianoforte, seguiti da guizzanti biscrome. Gli archi si limitano a un discreto pizzicato. Nella quarta variazione, in tonalità minore, il tema diviene appassionato, quasi dolente. Violoncello e violino conducono il discorso in imitazione, sorretti dagli accordi del pianoforte. Nella seconda parte del tema (in maggiore) è il pianoforte a esporre la melodia.

La quinta è una variazione breve, dal carattere di danza, tutta giocata nel registro acuto del pianoforte, mentre la sesta è un valzer elegante e “salottiero” esposto con grazia dal violoncello, ripreso dal violino e poi dal pianoforte. Nella settima variazione il tema, ora in metro ternario, è affidato a sonori accordi a due mani del pianoforte, ai quali violino e violoncello rispondono con scherzose acciaccature ascendenti, sorta di maliziosi “graffi” musicali. L’ottava variazione è una fuga a tre voci, mentre nella nona variazione le voci dolenti di violino e violoncello ci riportano al clima elegiaco del primo movimento. Torna la danza con la decima variazione, affidata al pianoforte che si lancia in una delicata mazurca, prima che l’ingresso di violino e violoncello riportino il discorso musicale a toni più decisi e “popolari”. Nella variazione che conclude la prima parte del movimento Ciaikovski ottiene un affascinante effetto timbrico affidando il tema, che ci sembra ora provenire da lontano, al violino con l’arco, i delicati arpeggi in pizzicato al violoncello e i morbidi accordi ribattuti al pianoforte. La variazione conclude poi sfumando in pianissimo.

L’ultima variazione è giocosa e spensierata: il tema, esposto dal pianoforte, ci appare ora ritmicamente baldanzoso; violino e violoncello lo riprendono variandolo in modo molto brillante. Ma la conclusione del Trio vede il mesto ritorno del primo tema del Pezzo elegiaco, prima esposto con molta enfasi da violino e violoncello in ottava sopra gli arpeggi a tutta tastiera del pianoforte, poi trattato come una marcia funebre che si smorza mestamente (più che pianissimo).