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ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA – BOCCADORO – MELONI

ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
Clarinettista FABRIZIO MELONI
Direttore CARLO BOCCADORO

Dettagli evento
  • Data : 17 Marzo 2025, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 2, 20122 Milano
  • Biglietti: Settore 1: Intero 35€, ridotto 30€ – Settore 2: Intero 30€, ridotto 25€
  • Acquista on-line

Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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Programma

«Boccadoro – Mozart – Brahms»

CARLO BOCCADORO (1963)
Serenata – Opera su commissione FORM
(prima esecuzione assoluta)
semiminima 110
semiminima 115

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 – 1791)
Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore K622
Allegro
Adagio
Rondò: Allegro

JOHANNES BRAHMS (1833-1897)
Serenata n.2 in la maggiore op.16
Allegro moderato
Scherzo: Vivace – Trio
Adagio non troppo
Quasi Menuetto – Trio
Rondò: Allegro

Scarica il libretto di sala

FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana

La FORM (Fondazione Orchestra Regionale delle Marche) – Orchestra Filarmonica Marchigiana è una delle tredici istituzioni concertistiche orchestrali italiane ed è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Marche, dai Comuni di Ancona, Macerata, Fermo, Fano e Fabriano. L’Orchestra affronta il repertorio sia lirico, sia sinfonico con notevole flessibilità e duttilità sul piano artistico-interpretativo, spaziando dal Barocco al Novecento alla musica contemporanea.

Realizza una ricca Stagione Sinfonica in ambito regionale, con circa 90 concerti l’anno distribuiti nei principali centri municipali marchigiani (Ancona, Jesi, Macerata, Fabriano, Fermo, Pesaro, Osimo, Chiaravalle, Senigallia), alcuni dei quali eseguiti anche presso prestigiosi Teatri e Società Concertistiche italiane e con una vasta offerta musicale progettata per i borghi e i piccoli centri sparsi nel territorio; svolge un’intensa attività educazionale in tutte le Marche, con concerti didattici dedicati al pubblico scolastico e family concert per i nuclei familiari; partecipa a importanti manifestazioni a carattere lirico: è l’Orchestra di riferimento del Macerata Opera Festival e della Rete Lirica delle Marche (Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro della Fortuna di Fano, Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno) e partecipa alle stagioni liriche del Teatro delle Muse di Ancona e del Teatro Pergolesi di Jesi.

Nel corso della sua attività l’Orchestra Filarmonica Marchigiana si è esibita con grandi interpreti come Gidon Kremer, Natalia Gutman, Vladimir Ashkenazy, Ivo Pogorelich, Uto Ughi, Salvatore Accardo, Alexander Lonquich, Mario Brunello, Enrico Dindo, Luciano Pavarotti, Mariella Devia, I Solisti della Scala, I Solisti dell’Accademia di Santa Cecilia, Michele Campanella, Andrea Lucchesini, avvalendosi della guida di direttori di prestigio internazionale, quali Gustav Kuhn, Woldemar Nelsson, Donato Renzetti, Hubert Soudant, Alessandro Bonato (direttori principali della FORM); Daniel Oren, Bruno Campanella, Bruno Bartoletti, Daniele Callegari, Paolo Arrivabeni, Paolo Carignani, Corrado Rovaris, Anton Nanut, Michele Mariotti, Andrea Battistoni, GyörgyGyöriványi Ráth, Carlo Rizzi.

La FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana ha anche effettuato tournée in Austria, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Francia, Oman, Israele, Palestina. Nel febbraio 2019 ha eseguito in forma di concerto, sotto la direzione di Daniele Callegari, Il pirata di Bellini nell’ambito della stagione lirica del Grand Théâtre de Genève riscuotendo positivi consensi dalla stampa internazionale. Il 22 febbraio 2022 l’Orchestra ha debuttato con straordinario successo alla Sala d’Oro del Musikverein di Vienna nell’ambito della stagione “Musik der Meister”.

Attualmente il Direttore Artistico della FORM è Francesco Di Rosa.

FABRIZIO MELONI

Primo clarinetto dell’Orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala dal 1984, Fabrizio Meloni ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. È vincitore di concorsi nazionali e internazionali: ARD Monaco, Primavera di Praga nel 1986.

Ha collaborato con solisti di fama internazionale quali Canino, Lonquich, Campanella, H. Schiff, Gulda, Gruberova, Quartetto Hagen, Chung, Moll, Muti e Baremboim (nella veste di pianista). Ha tenuto tournée negli Stati Uniti e in Israele col Quintetto a Fiati Italiano, eseguendo brani dedicati a questa formazione da Berio e Sciarrino (dal 1989 al 1994 ha collaborato intensamente con Luciano Berio).

Con il Nuovo Quintetto Italiano, nato nel 2003, sono state effettuate tournée in Sud America e nel Sud Est Asiatico. La sua tournée con Moll e i Solisti della Scala in Giappone è stata accolta da entusiastici consensi di pubblico e critica: il programma di musiche italiane è stato raccolto nel CD “I fiati all’opera” (Dad Records). Nel 2015 una lunga tournée giapponese ha portato il duo Meloni-Yoshikawa a esibirsi alla Suntory Hall-Tokyo, evento che ha prodotto un documentario edito dalla NHK nella serie Classic Club e trasmesso dalla radio NHK-FM nel programma Best of Classic. Ha all’attivo diversi progetti discografici; di prossima uscita un CD con musiche di Shor, Verdiana e The last Gloomy.

La rivista Amadeus gli ha dedicato diverse uscite: Mercadante, Rossini e Donizzetti (Virtuosi Italiani) Concerti per clarinetto e orchestra; Nielsen, Francaix, Coplans (Istituzione Sinfonica Abruzzese) Concerti per clarinetto e orchestra, progetto mai realizzato da un musicista italiano; Brahams Sonate op.120 per pianoforte e clarinetto con Nazareno Carusi; Stravinskij Histoire Du Soldat nella doppia versione per trio e settimino (Solisti del Teatro alla Scala); Mercadante cd interamente dedicato agli inediti di questo compositore (Istituzione Sinfonica Abruzzese); Mendelssohn “Konzertstuck”.

È stato invitato a tenere masterclass al Conservatorio Superiore di Musica-Parigi, Conservatorio della Svizzera Italiana, Manhattan School of Music-New York, Northeastern Illinois University-Chicago, Music Academy-Los Angeles, Università Tokyo e Osaka; è docente presso l’Accademia Arti e Mestieri del Teatro alla Scala. È autore del libro “Il Clarinetto”, pubblicato da Zecchini Editore, di prossima uscita in lingua inglese. Il canale televisivo “Sky Classica” gli ha dedicato un documentario dal titolo “Notevoli” e uno “Special sul clarinetto e il suo interprete” edito da TVSAT2000.

Nel 2012 ha eseguito la Messa in do minore KV 417 di Mozart con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e i cantanti dell’Accademia del Teatro alla Scala, nelle vesti di Direttore. Il programma radiofonico catalano “Impression” gli ha dedicato un’intera settimana di programmazione. Ha eseguito il Concerto di Shor a Dubai, Yeravan.

Fabrizio Meloni è artista Buffet Crampon Paris, BG France, D’Addario.

CARLO BOCCADORO

Si è diplomato in pianoforte e strumenti a percussione presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Nello stesso istituto ha studiato composizione con Paolo Arata, Bruno Cerchio, Ivan Fedele e Marco Tutino. Ha inoltre frequentato il corso di Tecnica dell’Improvvisazione jazzistica tenuto da Giorgio Gaslini.

La sua musica è programmata da: Teatro alla Scala, Biennale di Venezia, Bang On A Can Marathon (New York), Monday Evening Concerts (Los Angeles), Gewandhaus di Lipsia, Festival di Lucerna, Concertgebouw, National Concert Hall Dublin, Royal Academy di Glasgow, Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Pomeriggi Musicali, Arena di Verona, Festival MITO, Teatro Regio di Parma, Teatro Massimo di Palermo etc…

Ha un ampio catalogo che comprende, opere da camera, brani orchestrali, per ensemble, composizioni cameristiche e molta musica per il teatro di prosa. Artista poliedrico, nel corso degli anni ha collaborato con Riccardo Chailly, Beatrice Rana, Omer Meir Wellber, Gianandrea Noseda, Franco Battiato, Luca Ronconi, Enrico Dindo, Antonio Ballista, Eugenio Finardi, Mario Brunello, Roberto Prosseda, Claudio Bisio, Moni Ovadia, Andrea Lucchesini etc…

Nel 2001 è stato selezionato dalla Rai per partecipare alla Tribuna Internazionale dei Compositori dell’UNESCO a Parigi. Nel 2004 Luciano Berio gli ha commissionato, per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’opera per ragazzi La Nave a Tre Piani, eseguita all’Auditorium di Roma diretta dall’Autore stesso nel 2005 e successivamente ripresa dal Teatro Regio di Torino.

Parallelamente all’attività di compositore ha iniziato l’attività di direttore d’orchestra dedicandosi parallelamente sia al repertorio sinfonico che lirico. Ha diretto l’Orchestra del Teatro alla Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, la Royal Philharmonic Orchestra, i Pomeriggi Musicali, l’Orchestra G. Verdi di Milano, l’Orchestra della Toscana, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra del Teatro Donizetti di Bergamo, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, I Solisti Aquilani etc… Intensa anche l’attività di scrittore. Il suo ottavo libro dal titolo “Battiato. Cafè Table Musik” pubblicato da La Nave di Teseo, ha riscosso molto interesse di critica e pubblico. Insieme a Filippo Del Corno e Angelo Miotto, è co-fondatore di Sentieri Selvaggi, un progetto culturale avviato nel 1997 e dedicato alla diffusione della musica contemporanea e che attualmente comprende un ensemble e un festival. Le sue composizioni sono pubblicate da Casa Musicale Sonzogno, RaiCom e Casa Ricordi. Dal 2017 è Direttore Artistico della stagione concertistica della Scuola Normale Superiore di Pisa. Collabora con Radio3 con programmi radiofonici di carattere musicale.

Nel settembre 2023 è stato nominato Accademico effettivo di Santa Cecilia.


CARLO BOCCADORO

Serenata

«Ho composto questa Serenata nel 2024 per l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Ispirandomi all’organico della Serenata numero 2 di Johannes Brahms (che comprende un’orchestra da camera senza i violini e solo con viole, celli e bassi) ho cercato di scrivere una musica più serena rispetto al mio solito. Divisa in due movimenti, è orchestrata in modo trasparente, con frequente utilizzo di passi solistici dei fiati. Rispetto alla consueta drammaticità della musica che scrivo, si tratta decisamente di un lavoro differente, che spero possa mettere bene in luce la bravura dei musicisti per cui l’ho composto».

Carlo Boccadoro

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore K622

Il Concerto per clarinetto K 622 venne completato da Mozart nell’ottobre del 1791, ultimo suo anno di vita. Mostra caratteristiche compositive tipiche della sua piena maturità, come il ricorso a elaborazioni contrappuntistiche; inoltre, l’articolazione della forma-sonata, pur presente, è celata da una elaborata tecnica di sovrapposizione delle frasi musicali che crea un discorso estremamente fluido e ininterrotto.

Attentamente calibrato alle necessità espressive della composizione è l’organico orchestrale, che oltre agli archi vede impegnati corni, flauti e fagotti con l’esclusione degli oboi, la cui penetrante sonorità mal si addiceva a un Concerto che, pur di grande impegno tecnico per il solista, punta a una calda espressività, a tratti quasi intima.

Il Concerto K 622 ha un’articolazione in tre movimenti Allegro-Adagio-Allegro. Nel primo movimento l’esposizione orchestrale stabilisce il clima dell’opera presentando un tema cantabile, ricco di appoggiature, elaborato contrappuntisticamente con entrate a canone che ritorneranno sia nell’esposizione del solista che nella ripresa. L’esposizione del solista è modificata rispetto a quella orchestrale con l’inserimento di un passaggio in tonalità minore, a orchestrazione ridotta, di intonazione cameristica, che poi giunge alla dominante.

Lo sviluppo lascia ampio spazio allo strumento solista, i cui interventi sono inframezzati dai tutti orchestrali per pervenire, attraverso una lunga nota tenuta del clarinetto, a una ripresa accorciata.

Di più semplice fattura, ma splendido per l’intenso lirismo e la delicatezza, è l’Adagio, secondo movimento, nella tonalità di re maggiore, che presenta una parte centrale contrastante. Chiude la composizione un vivace Rondò finale.

JOHANNES BRAHMS

Serenata n.2 in la maggiore op.16

Brahms aveva 27 anni quando diresse ad Amburgo il 10 febbraio 1860 per la prima volta la Serenata in la maggiore op.16, scritta tra il 1858 e il 1859 a Detmold, dove svolgeva attività di pianista e di direttore di coro presso la corte principesca.

Nella Serenata in la maggiore si notano già le caratteristiche dell’arte brahmsiana, contrassegnata da un romanticismo riflessivo e teneramente nostalgico.

Ciò che colpisce di più in questo lavoro è il peso timbrico, il colore della strumentazione, che conferisce un tono malinconico e pensoso alla musica, anche se non mancano momenti vivaci e popolareschi, come nello Scherzo. Brahms utilizza un’orchestra da camera senza i violini, le trombe e i tamburi e imprime molto risalto alle viole, ai fagotti, ai clarinetti, specie nel registro basso e a due corni.

Brahms ebbe sempre una particolare predilezione per la Serenata in la maggiore e mentre la stava trascrivendo per due pianoforti così scrisse all’amico Joachim: «È un pezzo delizioso. Raramente ho scritto musica con tanto piacere». Dopo un primo tempo, dall’andamento moderatamente lirico in cui il tema musicale di carattere schubertiano ritorna più volte, quasi a ribadire lo spirito affettuosamente malinconico che lo sorregge, l’atmosfera cambia e diventa più serena con il ritmo popolaresco e danzante dello Scherzo e sfocia in un Adagio intriso di Sehnsucht romantica e punteggiato da un basso ostinato in due tempi, idea contrappuntistica che Brahms utilizzerà poi anche nelle sinfonie; la melodia dolce e carezzevole del Minuetto rende più vivace, fresca e sbrigliata la esplosione sonora del Rondò finale, di un gusto tutto brahmsiano nel ricamo delle voci strumentali.

La flessibilità dello stile melodico, messa in evidenza dal principio della variazione e dall’uso degli accordi di terza e di sesta, non esclude lo sviluppo tematico della composizione, in cui assolve a una funzione espressiva preponderante la varietà della strumentazione, nell’accoppiamento e nella fusione tra i legni e i corni, tra il clarinetto e il pizzicato degli strumenti a corda, tra la viola, i violoncelli e i contrabbassi.

Di notevole effetto il gioco timbrico nel Trio del quarto movimento (Quasi minuetto), dove su un’armonia del contrabbasso si inseriscono i suoni delle viole arricchiti dagli interventi in contrappunto del flauto e dei violoncelli, che utilizzano un motivo del tema principale. È un esempio superbo, uno dei tanti, dell’abilità di eccellente orchestratore che tutti riconoscono in Brahms.