con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«Primi Premi Internazionali»
GUIDO ALBERTO FANO (1875 – 1961)
Andante sostenuto e Allegretto scherzoso per violoncello e pianoforte
GIUSEPPE MARTUCCI (1856 – 1909)
Sonata in fa diesis minore per violoncello e pianoforte op.52
Allegro giusto
Scherzo: Allegro molto – Trio: Allegretto – Scherzo da capo
Intermezzo: Andantino flebile
Finale: Allegro
JUSTIN DELLO JOIO (1954)
“Due per Due” (2012) per violoncello e pianoforte
Elegia: To an Old Musician
Moto in Perpetuo
JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897)
Sonata n. 2 in fa maggiore per violoncello e pianoforte op.99
Allegro vivace (fa maggiore)
Adagio affettuoso (fa diesis maggiore)
Allegro passionato (fa minore) e Trio (fa maggiore)
Allegro molto (fa maggiore)
Primo Americano negli ultimi quattro decenni e il musicista più giovane ad aver vinto il Primo Premio al Concorso “Tchaikovsky” di Mosca nel 2019. Nel 2020 ha ricevuto l’”Avery Fisher Career Grant”, borsa di studio assegnata dal Lincoln Center di New York, riservata a giovani solisti dal grande potenziale. Tra i principali impegni della stagione 2024–25, recital e concerti da camera negli USA, in Italia, Francia, Romania e Polonia oltre a collaborazioni con orchestre in Nord America, in Oriente e in Europa. Debutti con l’Orchestra Sinfonica di Barcellona e il ritorno con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, dove nella stagione 2023-24 è stato “Artist in residence”, oltre a numerosi concerti in Francia, Italia (in duo con Richard Fu), Romania e Polonia.
Ha collaborato con: New York Philharmonic Orchestra, London Symphony Orchestra, BBC Philharmonic, Cleveland Orchestra, Orchestre National de Lille, Hallé Orchestra di Manchester, Frankfurt Opera Orchestra, Hangzhou Philharmonic, Shanghai Symphony Orchestra; ha condotto tournées in Giappone, a Hong Kong e a Taiwan. Nel 2021 ha debuttato in recital alla Carnegie Hall di New York. Tra gli altri recenti concerti, il ritorno alla Wigmore Hall e i debutti al Festival di Verbier, al Dresdner Musikfestspiele, al Janacek May in Repubblica Ceca, al Festival di Tsinandali in Georgia, alla CelloBiennale di Amsterdam, alla La Jolla Chamber Music Society, alla Philadelphia Chamber Music Society, al ChamberFest di Cleveland, all’Aspen Music Festival, e al Bravo! Vail Festival in Colorado con Joshua Bell e Shai Wosner. In Italia si è esibito al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro alla Pergola di Firenze, al Teatro Carlo Felice di Genova, al Teatro Verdi di Trieste.
Fung dedica da sempre una particolare attenzione al repertorio contemporaneo: tra i compositori con i quali ha collaborato, Unsuk Chin, Katherine Balch e Anna Clyne. Nel 2023, diretto da Gemma New con la Dallas Symphony Orchestra, ha eseguito la prima mondiale del “Concerto sussurrato (Whisper Concerto)” di Katherine Balch, a lui dedicato. Ha vinto il Borletti-Buitoni Trust Fellowship, il Primo Premio al Concorso internazionale per archi “Alice & Eleonore Schoenfeld” a Harbin in Cina, il Primo Premio al Concorso internazionale per violoncello “George Enescu”, al Concorso giovanile internazionale per archi “Johansen”, al Concorso internazionale per archi “Stulberg” e al Concorso internazionale “Irving Klein”.
Negli Stati Uniti ha inoltre vinto le selezioni internazionali degli Young Concert Artists (YCA) e le Astral National Auditions. È stato selezionato come “US Presidential Scholar for the Arts” e ha ricevuto il premio “Landgrave von Hesse” alle masterclass di violoncello dell’Accademia di Kronberg in Germania. Fung è stato protagonista di numerosi programmi della National Public Radio (NPR) negli Stati Uniti. Nel 2023 è stato scelto per l’Artist Propulsion Lab dal canale radio americano di musica classica WXQR.
Dalla stagione 2024–25 è professore di violoncello presso la Juilliard School di New York. Americano di nascita, di origine bulgara e cinese, ha iniziato a suonare il violoncello all’età di tre anni. Ha studiato presso la Juilliard School, sostenuto dalla Kovner Fellowship, sotto la guida di Richard Aaron e Timothy Eddy, ricevendo numerose borse di studio da prestigiosi istituti musicali degli Stati Uniti. Nato in una famiglia di matematici, tra i suoi principali interessi, oltre alla musica, gli scacchi, il cinema e la scrittura creativa.
Fung suona il violoncello Stradivari “Lord Aylesford” del 1696, generosamente prestato dalla Nippon Music Foundation. (www.zlatomirfung.com)
Zlatomir Fung è al suo debutto milanese.
Giovane pianista americano, originario di Shanghai, è un appassionato camerista, dedito particolarmente al repertorio vocale operistico e liederistico e in duo con strumenti ad arco. Ha studiato presso il Royal College of Music di Londra, l’Università di Oxford, la Juilliard School di New York e si è perfezionato alla Kunstuniversität di Graz in Austria dove ha approfondito l’accompagnamento pianistico nei Lieder, sotto la guida di Julius Drake.
Ha tenuto concerti di musica da camera presso Carnegie Hall, Alice Tully Hall a New York, Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Vienna, Sheldonian Theatre e Holywell Music Room a Oxford e per la radio americana WQXR.
Ha collaborato con il violinista Timothy Chooi, con il quale ha tenuto più di trenta concerti in America.
Suona regolarmente in duo con il violoncellista Zlatomir Fung, con il quale ha registrato un CD dedicato a trascrizioni d’opera per violoncello e pianoforte.
É attualmente membro della Wiener Staatsoper Opera Studio, uno specifico progetto triennale dedicato alla crescita e promozione di giovani artisti del mondo dell’opera. Nell’ambito di questo progetto ha lavorato, come pianista accompagnatore, alle produzioni di numerose opere, tra le quali La traviata, Tosca, Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Roméo et Juliette, con cantanti quali Lisette Oropesa, Juan Diego Flórez, Piotr Beczała, Erwin Schrott, Ludovic Tézier e direttori quali Bertrand de Billy e Pier Giorgio Morandi.
Ha partecipato inoltre alla Italian Opera Academy con Riccardo Muti, al Songstudio con il soprano Renée Fleming alla Carnegie Hall e al Corso di studio sui Lieder di Mahler con il baritono Thomas Hampson alla Fondation Royaumont in Francia.
Tra gli artisti con i quali ha lavorato in masterclass: Antonio Pappano, Yannick Nézet-Séguin, Franz Welser-Möst, Anne Sofie von Otter e Maxim Vengerov.
A partire dalla stagione 2024-25, entrerà a far parte dello staff della Royal Opera House di Londra, come membro del Jette Parker Artists Programme, progetto dedicato alla introduzione alla carriera nel campo operistico di giovani artisti, cantanti, direttori e pianisti, dal grande potenziale.
Vincitore del secondo premio al Concorso Internazionale Liszt di Los Angeles e al Concorso Kendall Taylor Beethoven del Royal College of Music di Londra, si è distinto inoltre al Concorso liederistico Helmut Deutsch.
Come solista si è esibito con la Oxford University Philharmonia e la Dartmouth Symphony Orchestra.
Ha ricevuto borse di studio dal Tanglewood Music Center, dalla Music Academy of the West, dal Britten-Pears Young Artist Program e dall’Aspen Music Festival.
Andante sostenuto e Allegretto scherzoso per violoncello e pianoforte
Guido Alberto Fano, allievo di Giuseppe Martucci, ha avuto un ruolo significativo nella diffusione del repertorio strumentale in Italia.
“Andante sostenuto e Allegretto scherzoso”, rappresenta un’importante testimonianza della musica da camera italiana del XX secolo.
L’Andante sostenuto si caratterizza per la sua melodia lirica e contemplativa, che mette in risalto la sonorità calda del violoncello, accompagnato da un pianoforte che fornisce un supporto armonico ricco e variegato. Questo movimento evoca un senso di introspezione e delicatezza.
L’Allegretto scherzoso, al contrario, presenta un carattere più vivace e giocoso. Qui, Fano utilizza ritmi leggeri e melodie spensierate, creando un contrasto interessante con il movimento precedente. Questo passaggio riflette la capacità del compositore di mescolare elementi di serietà e leggerezza, tipica della musica da camera dell’epoca.
La composizione di queste opere coincide con un periodo di grande fermento culturale in Italia, dove la musica strumentale stava guadagnando sempre più importanza. Fano, in particolare, ha contribuito a questo sviluppo attraverso le sue opere e la sua attività didattica,
Recentemente, il brano è stato eseguito in occasione della celebrazione del 150° anniversario della nascita del compositore, dimostrando la sua continua rilevanza nel panorama musicale contemporaneo.
Sonata in fa diesis minore per violoncello e pianoforte op.52
Nella produzione di Martucci la Sonata per violoncello e pianoforte, del 1880, si colloca all’indomani di una svolta. Nella sua prima giovinezza, infatti, il compositore si era dedicato soprattutto a brevi brani pianistici poi, a partire dal 1878 Martucci, appena ventiduenne, iniziò a cimentarsi in opere di maggiori ambizioni, soprattutto in ambito cameristico, tenendo presenti come modelli autori come Schumann, Brahms, Wagner.
Nella Sonata op.52 l’assimilazione di questi modelli avvenne in modo assolutamente personale e tale da sortire un risultato originale. Dalla tradizione classicistica brahmsiana sembra nascere il rispetto della struttura codificata, tanto che la Sonata si compone di quattro movimenti: un Allegro in forma sonata, uno Scherzo con Trio, un breve movimento lento eun Finale nuovamente in forma sonata.
L’influenza wagneriana è avvertibile invece soprattutto sul piano dell’armonia, che si prospetta inquieta, propensa a cromatismi e accordi alterati. L’equilibrio e la dialettica fra i due strumenti rivelano una scrittura pianistica di grande impegno che non emargina mai lo strumento ad arco.
Il primo movimento della Sonata si apre con una figurazione puntata energica e passionale, cui si contrappone una seconda idea più lirica, con una melodia cantabile del violoncello sorretta dalle vibranti terzine pianistiche.
Dopo uno sviluppo di singolare complessità, la ripresa non diverge dalla consueta prassi classicistica, con una Coda animata da forti contrasti e ricercati impasti timbrici. Segue uno Scherzo sorretto da una prepotente propulsione ritmica (viene regolarmente accentato l’ultimo tempo della battuta), col suo Trio che arieggia richiami di cornamuse napoletane.
L’Intermezzo, una breve pagina soffusa di una tenue malinconia, crea una marcata contrapposizione con il Finale. Qui, infatti, il rapidissimo arpeggio di semicrome della prima idea e il serpeggiante motivo cromatico della seconda, danno vita a un movimento di frenetica agitazione, che brevi passaggi in pianissimo, sapientemente dosati, hanno la funzione di acuire.
Nella Coda, a interrompere questo flusso pressante, fa una rapida e interlocutoria apparizione l’iniziale figurazione puntata del primo movimento, ma subito il brano si avvia alla propria trascinante ed effettistica conclusione.
“Due per Due” (2012) per violoncello e pianoforte
«La scelta di Zlatomir Fung di eseguire quest’opera è una meravigliosa gratificazione musicale e un grande onore per me. Come una cometa, che appare solo raramente, trovare un musicista con questa brillantezza e musicalità, in così giovane età, è qualcosa di straordinario ed emozionante.
“Due per Due” è stato originariamente commissionato per il primo violoncello della New York Philharmonic, Carter Brey, subito dopo che Brey mi ha concesso il privilegio di registrare e presentare in anteprima un’altra mia composizione: “The March of Folly”, per trio con pianoforte. Zlatomir Fung è un musicista e violoncellista straordinario e sono entusiasta di anticipare che, appositamente per lui, scriverò presto una composizione per violoncello e orchestra.
L’idea per il primo dei due movimenti, “Elegia: To an Old Musician”, è stata ispirata da un piccolo pezzo per pianoforte che suonavo da bambino all’età di sei anni, scritto da mio padre, il compositore Norman Dello Joio.
Il suo pezzo si intitolava “Prelude: To a Young Musician”. Era un semplice e delizioso Preludio e, sebbene non fosse stato scritto per me, presi in prestito l’idea del titolo, poiché mio padre è scomparso di recente all’età di 95 anni, proprio quando ricevetti la commissione e scrissi questa Elegia per lui.
Mentre la scrivevo, tenevo a mente un’osservazione di Carter Brey; diceva che nonostante tutte le innumerevoli e diverse sonorità che possiede un violoncello, niente al mondo è più efficace della sua splendida qualità espressiva nel canto.
Il secondo movimento, “Moto in Perpetuo”, è un pezzo virtuoso, ispirato da una breve frase musicale che casualmente ho sentito suonare da Carter Brey come riscaldamento durante una sessione di registrazione di “March of Folly”.
Nelle mani di un virtuoso, anche i passaggi di semplici e rapide scale suonano entusiasmanti e brillanti. Dopo aver completato il primo brano, ho voluto giustapporre all’atmosfera cupa dell’elegia, una musica di grande slancio che ricorda un divertente pezzo forte della tecnica, “Look Ma, no hands”.
“Due per Due” era un commento che sentivo spesso dalla televisione: mio padre era un appassionato di baseball e amava guardare le partite; ho ricordi di lui che tifava, mentre il telecronista degli Yankee – Phil Rizzuto – esclamava: “e ha colpito due volte su due!!”».
Justin Dello Joio
Sonata n. 2 in fa maggiore per violoncello e pianoforte op.99
La Sonata per violoncello e pianoforte op. 99 fu composta nel 1886 sulle rive del lago di Thun, nell’Oberland, poco dopo la Quarta Sinfonia.
L’Allegro vivace iniziale è costruito su tre temi e l’espressione musicale d’insieme è piuttosto vigorosa ed energica. Il violoncello si espande con eloquenza melodica e il suo canto non manca di una tensione drammatica molto efficace.
I pizzicati del violoncello avviano l’Adagio affettuoso in fa diesis maggiore, determinato da una frase grave e malinconica, tipicamente brahmsiana.
Dopo un episodio centrale in fa minore viene la ripresa seguita dalla Coda. Nell’Allegro passionato si registra un’alternanza di prime parti tra il pianoforte e il violoncello; la melodia di quest’ultimo strumento è dolce ed espressiva e rende ancora più suggestivo il ritorno al tema sostenuto con veemenza dal pianoforte. L’Allegro molto conclusivo si presenta come un Rondò vivificato dal più rapido e sfaccettato gioco di rifrazioni sonore, nei differenti registri dei due strumenti, protagonisti della Sonata.