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Recensione del concerto del 14 02 2022

L’Orchestra Cupiditas di Pietro Veneri per un interessante Richard Strauss

È tornata in Conservatorio, ai concerti organizzati da Serate Musicali, l’ Orchestra Cupiditas e il suo direttore Pietro Veneri. La compagine orchestrale, formata prevalentemente da giovanissimi di età compresa tra i quattordici e ventotto anni, ha questa volta interpretato due brani certamente impegnativi.
Il primo, di straordinario interesse, era una trascrizione per violoncello e orchestra dell’originale Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte op.6 di Richard Strauss, lavoro giovanile del compositore.
La versione con orchestra è opera di Giovanni Veneri, musicista che ha colto nella trascrizione orchestrale la visione costruttiva timbrica che si disvela nelle architetture musicali del grande musicista tedesco. La parte solistica era affidata alla violoncellista Silvia Chiesa, più volte interprete dell’originale op.6 col pianista Maurizio Baglini. Il brano – in questa versione in prima esecuzione mondiale-. ha trovato un valido riscontro nella resa orchestrale, oltre all’ottima esternazione del corposo violoncello della Chiesa, strumentista di ottimo livello con timbriche sicure, ricche di energia e sapientemente dosate.
L’interpretazione è andata via via in crescendo per qualità, partendo dal più complesso e orchestralmente meno immediato, Allegro con brio e passando dall’intenso Andante ma non troppo sino all’avvincente Finale.Allegro vivo che ha rivelato ancor più le ottime qualità della cellista e i potenziali dei giovani orchestrali.
Applausi sinceri al termine del brano e salita sul palcoscenico, tra gli applausi, di Giovanni Veneri, che, come ha poi ricordato la Chiesa, ha il merito di aver fatto una valida trascrizione che potrà in seguito travare risonanza tra le orchestra italiane e non solo.
Eccellente il bis solistico della violoncellista con la Bourrée dalla Suite n.3 di J.S. Bach.
Dopo la brevissima sosta l’impegnativa Sinfonia n.1 in do minore op.68 di Brahms, ben diretta da Pietro Veneri, ha avuto i momenti più felici nel Un poco sostenuto.Allegro iniziale e nel finale dell’ Allegro non troppo, ma con brio.
Applausi a tutti i giovani protagonisti e al direttore.

15 Febbraio 2022 Cesare Guzzardella


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