con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«Primi Premi Internazionali»
Laureati del Concorso Internazionale Pianoforte e Orchestra Città di Cantù
FRANZ JOSEPH HAYDN (1732 – 1809)
Da “Armida”, Dramma eroico in tre atti Hob:XXVIII:12
«Ouverture»
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 – 1791)
Concerto n.24 in do minore KV491
Allegro – Larghetto – Allegretto
Pianista Emanuele Misuraca
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 – 1827)
Concerto n.1 in do maggiore op.15
Allegro con brio – Largo – Rondò. Allegro scherzando
Pianista Elena Pirisi
Costituita nel 1956, la Filarmonica “Mihail Jora” di Bacau riunisce oltre 70 strumentisti sotto la direzione principale e artistica di Ovidiu Balan. L’Orchestra include diversi gruppi camerali tra i quali: l’”Orchestra da Camera Tescana”, il “Trio Syrinx”, vincitore di importanti Concorsi internazionali e il Quartetto di fagotti “Fagottissimo”.
Il repertorio dell’Orchestra spazia dal Rinascimento al Barocco, dal Classicismo al Romanticismo, fino ad approdare alla musica contemporanea.
Con un’intensa attività concertistica la Filarmonica organizza tournée in tutto il mondo ed è invitata sia ai più importanti Festival nazionali tra i quali: “Altamura Music Festival on the Greene”, Festival “Beethoven”, negli Stati Uniti, “Orpheus Moldavo”, “I Giorni della Musica Contemporanea”, “L’Atelier dei Giovani Compositori”, sia ad accompagnare semifinalisti e finalisti in Concorsi nazionali e internazionali quali: “Concorso Città di Cantù”, “Valsesia Musica”; “Aix en – Provence”, “Floraisons Musicales”, “Altamura Music Festival on the Greene”, etc….
La ricca produzione discografica dell’Orchestra vanta collaborazioni con le più importanti case discografiche europee: Electrecord, Edi Pan, Musica Insieme, Cadenza Music Production, etc.
L’Orchestra è ospite di Serate Musicali – Milano dal 1992.
Direttore artistico e Direttore stabile dell’Orchestra “Mihail Jora”, ha studiato a Bucarest con Iosif Conta perfezionandosi successivamente in Olanda, Francia e Stati Uniti con Jean Fournet, Marius Constant, Fernand Quattrocchi, Eugene Ormandi, Zubin Mehta, Seiji Ozawa, Georg Solti, Pierre Boulez, Lorin Maazel.
Ha diretto importanti Orchestre negli Stati Uniti, Cuba, Italia, Germania, Francia, Olanda, Bulgaria, Jugoslavia, Russia, Portogallo, Polonia, Ungheria.
Vincitore di numerosi e importanti premi ha ricevuto il Premio “ATM” per l’interpretazione della Nona Sinfonia di Beethoven, il Premio della Critica per l’interpretazione della Musica Contemporanea rumena e il Premio dell’Associazione Giornalisti di Bacau.
Per meriti artistici e alla carriera, è stato insignito di importanti riconoscimenti, tra i quali: il “Merito Culturale” e il “Master of Arts” nella Repubblica Moldava, il “Puncetto d’argento” in Italia e, nel 2001, la città di Bacau gli ha conferito la Cittadinanza onoraria.
Il repertorio dell’Orchestra spazia dal Rinascimento al
Pianista, compositore e produttore musicale italiano, nasce a Palermo nel 1996 e inizia la sua carriera concertistica all’età di undici anni.
Diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Milano col massimo dei voti e lode sotto la guida di Vincenzo Balzani, è vincitore di diversi premi pianistici nazionali e internazionali, tra cui il premio “Monterosa Kawai” e il Premio Internazionale “Mozart” di Roma.
Nel 2011, a soli quindici anni, tiene il suo primo concerto con orchestra al Wiener Konzerthaus di Vienna sotto la guida di Tiziano Duca.
Nel marzo 2015 vince, nella sua categoria, il “Premio del Conservatorio Giuseppe Verdi” di Milano, venendo così invitato a suonare presso il Padiglione Ungheria di Expo 2016; il concerto verrà seguito in diretta televisiva dall’Ungheria e dalle città di New York, Toronto e Tokyo.
Nel 2018 viene invitato a suonare in Vaticano per un evento organizzato dal Papa in occasione del Sinodo dei giovani, anch’esso in diretta televisiva.
Sempre nel 2018 interpreta il ruolo di Domenico, giovane e talentuoso pianista, nonché uno dei sette protagonisti della famosa e fortunata serie Rai1 «La compagnia del Cigno».
Dal 2019 si dedica alla composizione, in particolare alla musica applicata alle immagini.
Vince il Premio “Excellentissimus” consegnatogli da Ennio Morricone.
Dal 2020 inizia una collaborazione con l’etichetta “INRI CLASSIC”, pubblicando così 4 singoli per pianoforte. Attualmente, oltre all’attività concertistica, si dedica all’insegnamento del pianoforte e alla scrittura, componendo regolarmente musica per diverse case di produzione italiane ed estere, tra cui Ninja Tracks e Warner Bros.
Nata a Sassari nel 2000, ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di otto anni. Nel 2020 ha conseguito il Diploma Accademico di Primo Livello con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari con Anna Revel, frequentando contemporaneamente due semestri, come studentessa Erasmus, alla Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera nella classe di Fabio Romano.
Attualmente studia presso la Hochschule für Musik di Norimberga nella classe di Bernhard Endres e nel contempo frequenta il Corso di Laurea in pianoforte a indirizzo pedagogico presso la Hochschule für Musik di Monaco di Baviera. Vincitrice di numerosi Premi tra i quali: 2° Premio al Concorso Steinway per pianisti dei Conservatori della Baviera; 2° Premio al Concorso Internazionale “Nouvelles Étoiles”, 1° Premio al Concorso Nazionale “J.S.Bach”, 2° Premio al Concorso Internazionale di pianoforte “Andrea Baldi” e due Premi Speciali al Concorso Internazionale per pianoforte e Orchestra “Città di Cantù”.
Molto attiva in ambito cameristico, ha vinto il 1° Premio al Concorso di Musica da Camera del Mozartverein di Norimberga con il suo Veilhof-Trio, con il quale ha anche partecipato al Concorso Felix Mendelssohn Bartholdy dell’Università delle Arti di Berlino (UDK).
Attualmente è vincitrice della Borsa di Studio Deutschlandstipendium, offerta dallo Stato tedesco ed è stata selezionata, per l’agosto 2025, come uditrice del Festival di Bayreuth.
Negli ultimi anni, ha suonato per l’Associazione “Beethoven bei uns” a Passavia in Germania; per l’”Offene Bühne”, Hochschule für Musik und Theater, a Monaco di Baviera.
Ha tenuto recital in Italia, Germania e nella Repubblica Ceca.
Nel gennaio 2022, in occasione di un concerto presso il Conservatorio di Norimberga, registrato dalla Radio bavarese BR Klassik, ha eseguito un brano del compositore inglese Christian Mason.
Ha partecipato ai corsi di perfezionamento di Fountain, Hughes, Lupo, Pace, Prosseda, Coggi, Vacatello, Peroni, Stellini, Baglini, Grante, Barboro, Comis, Baek e Didenko.
Da “Armida”, Dramma eroico in tre atti Hob:XXVIII:12 – «Ouverture»
Ultima opera scritta per Esterhazy, fu la preferita dal principe Nicolaus che ne fece dare ben 54 rappresentazioni al Teatro di corte fra il 1784 e il 1788.
L’Ouverture è in tre tempi e funge da presentazione e anticipazione del contenuto dell’opera.
Un primo tempo in stile Allegro ne introduce i principali temi, caratterizzati da un’atmosfera di tensione e drammaticità, che si addicono all’azione dell’opera, in cui Armida trama per tenere prigioniero Rinaldo.
Il secondo tempo, in stile Adagio è caratterizzato da una maggiore dolcezza e da un profondo lirismo che si riflettono nel sentimento amoroso di Rinaldo verso Armida.
Nel terzo tempo, in stile Allegro, ritroviamo l’energia del primo tempo, ma con una maggiore complessità orchestrale, che si riflette nell’azione che si svilupperà nell’opera.
Concerto n.24 in do minore KV491
Insieme col Concerto in re minore KV 466, il Concerto in do minore KV 491, portato a termine a Vienna il 24 marzo del 1786, è l’unico Concerto per pianoforte scritto da Mozart in una tonalità minore.
Esso richiede anche l’organico orchestrale più ampio che Mozart abbia mai adottato in un suo Concerto, comprendente flauto, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni, due trombe, timpani e archi.
Pur impiegando un organico così ampio, l’opera ha un carattere essenzialmente intimo, quasi cameristico, evidente fin dalle prime battute dell’Allegro iniziale, una pagina in cui la più profonda drammaticità pare esprimersi in toni quasi sommessi.
Il successivo Larghetto, in do maggiore, è un brano di elisia serenità, un momento di pura contemplazione che annuncia la trasfigurata bellezza degli ultimi capolavori.
Il movimento finale è invece un Allegretto formato da una serie di libere Variazioni su un tema veloce di Marcia, cantabile e quasi malinconico. Pagina di assoluta perfezione, questo Allegretto conclude un Concerto unanimemente annoverato tra le pagine strumentali più alte che Mozart abbia mai composto.
Concerto n.1 in do maggiore op.15
Nonostante occupi il primo posto nella numerazione dei Concerti per pianoforte beethoveniani, il Concerto in do maggiore – ultimato nel 1798 – è in realtà la terza opera consimile composta da Beethoven.
Dopo un giovanile Concerto in mi bemolle del 1784, nel catalogo beethoveniano va infatti collocato il Concerto in si bemolle, scritto nel 1794 ma pubblicato, come op.19, nel 1801 dopo il nostro Concerto in do maggiore e noto quindi come Concerto n.2. D’altra parte, se Beethoven prediligeva l’op.15 rispetto all’op.19 pure egli dichiarava all’editore Hoffmeister (lettera del 15 dicembre 1800) la decisione di non destinare immediatamente alla pubblicazione ma di tenere per il proprio personale uso concertistico i “migliori” fra i suoi Concerti pianistici – vale a dire in sostanza il Concerto in do minore poi pubblicato nel 1804 come n.3 op.37.
Come il fratello op.19, infatti, il Concerto op.15 si riallaccia a una estetica di intrattenimento di matrice pienamente settecentesca.
Proprio nella perfetta aderenza ai canoni disimpegnati del gusto viennese vanno ricercate la felicità inventiva e la godibilità d’ascolto del Concerto in do maggiore, che mostra peraltro, rispetto a quello in si bemolle, una maggiore generosità creativa e una maggiore sicurezza nell’affermare l’esuberante personalità dell’autore.
Già nell’Allegro con brio iniziale, alla scelta di un materiale tematico di sapore galante e un poco manieristico (con la consueta contrapposizione fra un primo tema ritmicamente pronunciato e un secondo dal carattere più melodico), al rispetto delle regole canoniche nell’alternanza strutturale fra solista e orchestra, si contrappongono le imprevedibili modulazioni (come quelle della presentazione orchestrale del secondo tema), la varietà e l’incisività della strumentazione (che include anche clarinetti, trombe, timpani) e soprattutto il ruolo protagonistico della scrittura pianistica, incline a sforzare la sonorità verso la inedita brillantezza delle scale cromatiche, delle potenti ottave, dei ruvidi abbellimenti.
Per questo movimento Beethoven ci ha lasciato due Cadenze complete (posteriori però di diversi anni: 1807-1809) non dissimili nel contenuto ma assai diverse per dimensioni: agile e snella l’una, smisurata l’altra e forse ingombrante in relazione alle dimensioni del Concerto. Più convenzionale è il movimento centrale (Largo, dove tacciono significativamente trombe e timpani, ma anche flauti e oboi), improntato a una levigata “affettuosità” che trova i momenti più felici nei dialoghi del pianoforte con il clarinetto solista.
É nel Rondò finale che ritroviamo tutta l’estrosa fantasia giovanile del compositore. All’aggressività irregolare e scherzosa del refrain, rispondono episodi di umorismo popolareggiante (con i gioviali salti della sinistra fra i differenti registri della tastiera) e di sapore selvaggiamente zingaresco; una vitalità trascinante che sfocia nei giochi e intrecci strumentali della Coda e in una conclusione a effetto.