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QUARTETTO DI FIESOLE


Alina Company – Simone Ferrari, Violini
Flaminia Zanelli, Viola
Sandra Bacci, Violoncello
Markus Berthold, Viola II
Frieder Berthold, Violoncello II

Dettagli evento
  • Data : 14 Luglio 2024, ore 21:00
  • Luogo : Santuario di Montecastello – Località Montecastello Tignale BS, 25080

Santuario di Montecastello

Località Montecastello
Tignale BS, 25080 Italia
Programma

Christoph Willibald GLUCK (1714-1787)
Ouverture e Danza degli Spiriti Beati da Orfeo e Euridice Wq. 30

Alexander BORODIN (1833-1887)
Quartetto per archi in Re Maggiore nr.2
Allegro moderato
Scherzo: Allegro
Notturno: Andante
Finale: Andante. Vivace

Johannes BRAHMS (1833-1897)
Sestetto per Archi in si b maggiore op. 18
Allegro ma non troppo
Andante, ma moderato
Scherzo-Allegro molto
Rondo: Poco Allegretto e grazioso


Christoph Willibald Gluck ( 1714 –  1787)

è stato un compositore tedesco, attivo soprattutto come operista, uno dei maggiori iniziatori del cosiddetto periodo della storia della musica che va sotto il nome di Classicismo nella seconda metà del XVIII secolo.

Orfeo ed Euridice “Danza degli Spiriti Beati”

Nei Campi Elisi dove l’elaborata Danza degli spiriti beati accompagna lo stupore di Orfeo nel contemplare la quieta dolcezza dell’oltretomba e l’apoteosi delle anime in grazia. Qui, Euridice vien condotta da un coro di Eroine allo sposo che, presala per mano, la porta con sé.

La “Danza degli spiriti beati”, in quattro movimenti, con una preminente parte per flauto, Gluck assegna alle varie timbriche strumentali un funzione descrittiva, in particolare, mediante l’utilizzo dell’oboe e il moto ondulante in sestine dei violini.

Aleksandr Porfir’evič Borodin (18331887)

è stato un compositore e chimico russo.

Come medico e chimico di professione Borodin ha dato notevoli contributi in campo scientifico, in particolare nella chimica organica; tuttavia egli è molto più noto come compositore, anche se alla musica dedicava il tempo lasciatogli libero dalla professione. Ha lasciato sinfonie, quartetti d’archi e i suoi lavori più noti, l’opera Il principe Igor’ e gli schizzi sinfonici Nelle steppe dell’Asia centrale.

Quartetto per Archi in Re magg.

il Quartetto risente dell’atmosfera e del gusto della canzone russa, sin dal primo movimento con quel tono cantabile che rimbalza dal violino al violoncello e assume colori e accenti di morbidi impasti melodici. Spigliato e leggero nel suo andamento danzante si presenta lo Scherzo del secondo tempo, in cui varie sonorità strumentali si amalgamano in un piacevole insieme di effetti. lLa pagina più efficace e celebrata del Quartetto è lo struggente Notturno del terzo tempo: in esso si esprime in modo completo la sensibilità romantica del musicista capace a saper cogliere le intime vibrazioni del sentimento umano. Chiara, lineare e suadente è la linea melodica, realizzata con finezza di scrittura dal gioco delle armonie degli archi. Nell’ultimo tempo, dopo un momento di pensosa riflessione, il discorso sonoro riacquista festosità e felicità di espressione, secondo quella predilezione per la forma netta e precisa, come ebbe a confessare ad un suo amico il compositore pietroburghese.

Johannes Brahms[1] (18331897)

è stato un compositore, pianista e direttore d’orchestra tedesco del periodo tardo-romantico.

Il Sestetto op.18

E’ la prima grande partitura di musica da camera in cui Brahms si dimostrò pienamente padrone dei suoi mezzi  Con grande abilità riuscì ad evitare il rìschio di monocromia insito in questa formazione, aggregando i sei strumenti in tutte le combinazioni possibili Lo spirito è sorridente, disteso, fresco e amabile: è per questo che fu subito coniata la definizione di “Sestetto della primavera”

Il primo movimento, Allegro ma non troppo, in forma di sonata a tre temi, sotto la fluente vena melodica e l’inesauribile ricchezza inventiva nasconde un magistrale e incessante lavoro contrappuntistico. Il primo tema, espressivo e molto legato, è introdotto dal primo violoncello e subito ripreso da primo violino e prima viola; il secondo, sempre espressivo ma più animato, è ancora affidato al violoncello: sono entrambi temi cantabili, impregnati di purissima serenità; il terzo tema è invece essenzialmente ritmico, ma ha in comune con i precedenti un fervente lirismo, che lo sviluppo (basato unicamente su primo e terzo tema) accentua ulteriormente. La ripresa è in tutto analoga alla prima parte e quest’ampia pagina si chiude con una magnifica coda, piena di slancio e di gioia.

L’Andante ma moderato è costituito da una serie di variazioni, genere prediletto da Brahms. Il tema, una sorta di marcia nobile e austera ma appassionata, sembra di origine popolare, mentre è originale di Brahms e rivela la sua capacità di reinventare la musica di tradizione popolare. Le sei Variazioni seguono i principi classici della Variazione, come si possono trovare in Haydn, Mozart e nel primo Beethoven: le prime tre modificano il tema principalmente sotto l’aspetto ritmico; la quarta, di nobile semplicità e molto espressivo, e la quinta, dolce, modulano in re maggiore; la sesta e ultima torna al re minore e al disegno melodico iniziale, con il primo violoncello che si stacca sul pizzicato dei due violini.

Lo Scherzo è in un danzante tempo di 3/4, la cui allegria e il cui vigore suonano molto beethoveniani. Al centro si apre un Trio dal carattere marcatamente melodico e lirico, quindi viene ripresa integralmente la parte iniziale, seguita però da un’inattesa lunga coda in tempo più animato.

Il finale, Poco allegretto e grazioso, è un ampio rondò, in cui prevalgono un andamento robusto e un sapore popolaresco, che richiamano la tradizione viennese d’informale e rustica amabilità, nella linea di Haydn e di Schubert. Una serie d’idee secondarie porteranno un carattere più massiccio e una progressiva intensificazione ritmica, finché un’estesa e gioiosa coda (animato, poco a poco più) conclude il Sestetto in una crescente frenesia motoria che ha il gusto dell’irrefrenabile vitalità e della prorompente allegria della giovinezza.