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Recensione del concerto del 30 01 2023

Il pianista Lukas Geniušas per le Serate Musicali

È tornato in Sala Verdi per le Serate Musicali del Conservatorio il pianista russo-lituano -nato a Mosca- Lukas Geniušas, per un concerto di particolare interesse che prevedeva musiche di Schubert e di Rachmaninov.

Già nel 2013 e nel 2017, in questa sala, il virtuoso trentaduenne aveva rivelato un alto livello interpretativo, giocato su un approccio pianistico personale e ricco di creatività. Nel concerto di ieri sera, Geniušas ha rinnovato le qualità d’allora attraverso interpretazioni rilevanti.

Quattro Improvvisi D.899 (1827) di Schubert eseguiti nella prima parte della serata, seguiti poi dal Minuetto in do diesis minore D 600, sempre del viennese, hanno trovato un’esternazione lontana dalle interpretazioni entrate nella storia e mediate da un bisogno di personalizzazione, a mio avviso, a volte riuscito, altre volte meno. Mentre l’Improvviso n.1 in do minore iniziale risultava un po’ frammentario e poco interiorizzato, il n.2 in mi bem.maggiore e soprattutto il n.4 in la bem.maggiore rivelavano una personale compattezza e un’ ottima definizione. Valido il n.3 in sol bem .maggiore. Ottimo il Minuetto, brano di rara esecuzione .

La seconda parte della serata ha decisamente segnato una svolta al concerto con un meritevole e particolare Rachmaninov nella Sonata n.1 in re minore op.38. Geniušas è riuscito ad eseguire in prima esecuzione la versione originale (1906-1907) dalla prima stesura della sonata, avendo recentemente ritrovato il manoscritto in una biblioteca di Mosca.

Una Sonata particolarmente corposa, con momenti di grande virtuosismo, che il pianista ha affrontato in modo mirabile, elargendo una complessiva esternazione di altissimo livello, che dimostra un’affinità evidente con il grande compositore russo.

Il pubblico presente in sala ha assai apprezzato questo lavoro elargendo ripetuti e fragorosi applausi. Eccellenti i bis: prima lo Studio n.11 op.10 di Chopin elargito mirabilmente, con perfetto equilibrio formale e precisa ed intensa espressione nell’ottima personalizzazione; quindi uno degli ultimi tra i 24 Preludi del compositore ucraino Leonid Desyatnikov (1955), autore particolarmente gradito all’eccellente pianista. Un brano ricco di ritmica percussiva, dal sapore bartokiano, con anche riferimenti al folclore ucraino. Ancora applausi convinti.

31 Gennaio 2023 Cesare Guzzardella

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