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Recensione del concerto del 20 02 2023

Giovanni Sollima e Mario Brunello ai concerti di Serate Musicali

Una serata speciale quella ascoltata ieri sera in Conservatorio ai concerti organizzati da Serate Musicali. Due noti violoncellisti quali il siciliano Giovanni Sollima e il veneto Mario Brunello hanno costruito un impaginato a loro misura, con particolari trascrizioni di brani di Verdi, Stravinskij, Bertali, Bach, ai quali si aggiunge un lavoro di Sollima stesso, noto anche come compositore, e un’altro dei Queen, celebre gruppo di rock melodico della metà degli anni ’70.

Il concerto è inizialmente stato presentato in modo scherzoso dai due protagonisti che hanno raccontato il programma e hanno messo in risalto i numeroso strumenti presenti sul palcoscenico tra cui due strumenti, un violino e un violoncello costruito nel laboratorio di liuteria e falegnameria del carcere di Opera, realizzati dai detenuti utilizzando il legno dei barconi dei migranti arrivati a Lampedusa. La serata iniziava con un’anticipazione musicale usando proprio il recente violoncello da poco costruito, ricco di colori, per un brano improvvisato molto mediterraneo e dal sapore orientale.

In questa riuscita originalissima operazione musicale un ruolo importante è stato dato dall’uso del violoncello piccolo, a volte suonato con il “fratello maggiore” , a volte in coppia con un altro medesimo. L’introduzione verdiana prevedeva alcuni brani del sommo operista di Roncole di Busseto trascritti per i due strumenti ad arco da Antonio Melchiori: dalla Traviata una sorta di suite con prima il celebre Preludio poi “Dell’invito trascorsa è già l’ora…” quindi “Libiamo ne’ lieti calici”. La splendida voce dei due strumenti ha ben delineato la musicalità verdiana restituendo un valida resa timbrica. Il brano successivo di Igor Stravinskij, con la neoclassica Suite Italienne in sei parti, in una trascrizione dei grandi virtuosi Grigory Piatigorsky e Jascha Heifetz, qui eseguita con il violoncello piccolo al posto del violino, ha ancora mostrato l’eccellenza dei due interpreti.

Due Ciaccone hanno continuato la serata, prima quella rara di Antonio Bertali (1605 – 1669), musicista italiano seicentesco e poi la celeberrima Ciaccona in re minore dalla Partita n.2 per violino solo di I.S. Bach. Entrambe erano trascritte per due violoncelli piccoli. La prima ha rivelato le incredibili capacità virtuosistiche dei protagonisti che con un flusso di continue variazioni su un tema, hanno dato vita ad un brano folclorico ricco di creatività. Nella nota Ciaccona di Bach -per la trascrizipne di Victor Derevianko del 1937- sono stati restituiti molto bene i timbri delle originali armonie con una corretta divisione delle parti tra i due cellisti.

Raro anche il brano successivo di Giovan Battista Costanzi ( (1704 – 1778), la sua Sonata in fa maggiore “Ad uso corni da caccia” trascritta per due violoncelli da Sollima e con un finale arrangiato e modificato dal compositore nel suo tipico stile melodico. Di valore il brano piuttosto recente composto da Giovanni Sollima, The Hunting Sonata per due violoncelli, dai colori tipici del cellista, con inflessioni mediterranee ed estetiche medio orientali. Eseguito con un violoncello di cartone da Sollima e dall’ altro colorato, ha trovato una situazione improvvisatoria di valido gusto estetico e di notevole espressività.

Conclusione eccellente con una ottima interpretazione del celebre brano dei Queen, Bohemian Rhapsody, nel quale ancora una volta sono emerse le straordinarie qualità dei due cellisti. Applausi fragorosi ripetuti, in una Sala Verdi con numerosissimo pubblico e , cosa rara, con molti giovani. 

21 Febbraio 2023 Cesare Guzzardella

Galleria di foto di Alberto Panzani

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