«I Suoni diventano Parole» V

Lunedì 7 Settembre 2020 – ore 20:45

Conservatorio Verdi – Sala Puccini
via Conservatorio, 12 – Milano

Quinto incontro della rassegna “I suoni diventano parole”:
“Notturni, Sogni, Visioni”: Musica e Poesia tra corde e archi, respiri e sospiri

Mezzosoprano: KÜLLI TOMINGAS
Violoncello: ANDREA SCACCHI
Arpa: ELENA GORNA
Pianoforte:LUCA SCHIEPPATI

Introduce NICOLA GARDINI

Musiche di Galante, Rachmaninov, Tournier, Fauré, Rossini, Colbran e Braga

In programma una “Prima Assoluta”: Note di pianto, di Carlo Galante su sei poesie di Nicola Gardini, testi di grande immediatezza che esprimono il dolore di una perdita con parole di straziante intensità, trovando nella musica la via per sublimarsi in canto.

Un programma per emozionarsi, trasportati sulle ali del canto attraverso momenti di alta tensione drammatica, altri di contemplazione elegiaca, altri ancora di sorridente leggerezza, guidati da quattro interpreti per quattro sonorità diversissime e di volta in volta diversamente abbinate, riunite infine in ensemble nell’ultimo brano. Motivo di particolare interesse della serata è la “prima assoluta” di Note di pianto, scritto da Carlo Galante su sei poesie di Nicola Gardini, testi di grande immediatezza che esprimono il dolore di una perdita con parole di straziante intensità, trovando nella musica la via per sublimarsi in canto. Intorno a questa novità, assecondandone il carattere introspettivo, una scelta di brani di intenso lirismo per violoncello accompagnato volta a volta dall’arpa o dal pianoforte e, a fare da elemento di contrasto, uno stimolante e brillante confronto tra Gioacchino Rossini e la sua prima moglie Isabella Colbran, diva del Belcanto di cui ascolteremo due deliziose Canzoncine per voce e arpa sugli stessi testi metastasiani musicati anche dal marito nelle Soirées Musicales; credo sarà assai interessante osservare come dalla sfida con il Pesarese, ìmpari per chiunque, Isabella esca con non poco onore. Conclude il concerto, a mo’ di bis, la vena melodica forse un po’ corriva ma irresistibile di Gaetano Braga, sommo virtuoso del violoncello che con la sua Serenata (1867), il cui testo è intessuto di visioni e seduzioni di ambigua natura, ottenne grande successo per aver saputo trovare un felice punto di incontro fra ammiccamenti al romanticismo nordico e ampie concessioni al sentimentalismo dell’Italia (per alcuni Italietta) post-unitaria.
Luca Schieppati

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