Pianista: SANDRO IVO BARTOLI

SOCIETÀ DEL GIARDINO
SALONE  D’ORO

via San Paolo, 10 – Milano

Giovedì 18 ottobre 2018 – ore 21.15

«So Long  SHURA!»

Ricordo di

SHURA CHERKASSKY

Programma dell’evento

SANDRO IVO BARTOLI

Ha studiato al Conservatorio di Firenze e alla Royal Academy of Music di Londra, perfezionandosi poi con il leggendario pianista russo Shura Cherkassky. Interprete del repertorio italiano del primo Novecento, suona con Philharmonia, Maggio Musicale Fiorentino, Hallé, Filarmonica di San Pietroburgo, Johnson City Symphony e Mozart Chamber Orchestra. Attratto dal repertorio virtuosistico tardo romantico, ha eseguito i Concerti di Rachmaninov (Terzo Concerto, Rapsodia sopra un tema di Paganini, Secondo Concerto), Shostakovitch (Primo Concerto), Beethoven (Quinto Concerto), Franck (Variazioni Sinfoniche), Chopin (Secondo Concerto) e Liszt (Concerto Malédiction, Totentanz). Ha vinto il Diapason D’Or/Découverte con l’Integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Malipiero e il “5 de Diapason” con The Frescobaldi Legacy.
 
Nella sua discografia: Integrali delle trascrizioni Bach-Busoni, Liszt-Busoni; Fantasia contrappuntistica ed Elegie di Busoni e il Concerto in modo misolidio e la Toccata di Respighi. Nel 2015 ha registrato in “prima mondiale” le Musiche Francescane di Liszt, musiche di Bach e un album dedicato alla musica pianistica di Puccini. È stato in tournées in Giappone e negli Stati Uniti; ha collaborato  e collabora con l’Orchestra dell’Opera di Stato della Georgia, la Wilde Gungl di Monaco di Baviera e ha partecipato ai festival Puccini, Bayreuth, Cremona e Berlino. È al debutto con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Musicista eclettico, ha frequentato il teatro curando le musiche di scena de ‘Il libro dell’inquietudine’ di Pessoa, andato in scena al Festival d’Avignon nell’adattamento di Tabucchi. È inoltre protagonista di due documentari usciti nel 2014: ‘Pianiste/Interpréte” (M. Sebestik, Parigi, 2005-2014) e ‘Mood Indigo’ (G. Besseling, Amsterdam, 2013). ww.sandroivobartoli.com

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Nota di Passaggio

Artista probabilmente misconosciuto, attrae l’attenzione di “Serate Musicali” e della loro attività “PRO VERITATE”. Lo possiamo considerare un amico e seguace del nostro leggendario SHURA CHERKASSKY, che ha potuto frequentare a Londra. Già questo é un titolo, più unico che raro. Ma i meriti di Sandro Ivo Bartoli sono molteplici e suggestivi. Apostolo e riscopritore del Novecento italiano, di Casella, Malipiero, Respighi, Pizzetti etc. e citiamo una storica I° Esecuzione moderna della Toccata per pianoforte e orchestra di Respighi. Ma c’é anche la collaborazione con la BBC (dal Novecento italiano a Beethoven e Franck). Solista con grandi Orchestre sinfoniche (Europa e America), conferenziere (Università di Oxford e Londra), autore di vasta discografia e citiamo la registrazione di tutte le trascrizioni di LISZT-BUSONI. Autore di documentari cinematografici. Vincitore di un Diapason d’or, etc… La sua esecuzione della grande Ciaccona di Bach-Busoni, é un omaggio alla memoria di CHERKASSKY il leggendario, che le “Serate Musicali” portarono in queste Sale dorate e che qui si proclamò “Allievo di un allievo di Anton Rubinstein, il maggiore rivale di Ferenc Liszt”.

(Hans Fazzari)

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In ricordo di Shura Cherkassky, il mio Maestro.

«Se indovinano quello che farai nella prossima battuta, allora vuol dire che non vale la pena ascoltarti». Shura Cherkassky

Londra, 13 ottobre 1991.
Ho vent’anni, e sono allievo della Royal Academy of Music, una scuola prestigiosa. Ho davanti a me una vita da musicista, sono pieno d’entusiasmo e di voglia d’imparare. Oggi, un mio amico mi ha praticamente tirato giù dal letto per assistere al recital di un signore che  suona alla Royal Festival Hall per celebrare i suoi primi ottant’anni. Si chiama Shura Cherkassky. Si presenta con passo da elfo, è piccolissimo e attacca la Ciaccona di Bach-Busoni. In quel momento la mia vita cambia: non ho mai sentito un pianoforte suonare così. Anzi: non ho mai sentito nessuna musica, suonata così! Gli scrivo. Mi risponde. Nasce un’amicizia che, piano piano, si trasforma in una frequentazione assidua.
Shura Cherkassky, genio del pianoforte, interprete enigmatico, mi  “prese a bottega”: quando era a Londra, fra un giro di concerti e l’altro, passavamo intere giornate intorno al suo piccolo Steinway, a studiare. Un’ora lui, un’ora io, un’ora lui, un’ora io, inscenando un fantastico balletto su quel suo vecchio sgabello sgangherato. Con l’unica, vistosa eccezione della Ciaccona di Bach-Busoni (ci passammo un pomeriggio intero!), non mi ha mai dato “lezione”. Piuttosto, si limitava a qualche commento tanto illuminante quanto feroce, la fantasia interpretativa sempre in primo piano: «Sono venti minuti che suoni quel passaggio e non succede nulla! Se chi ti ascolta indovina quello che farai nella prossima battuta, allora vuol dire che non vale la pena di ascoltarti». A tutto vi era un limite e bisognava raggiungere la quota fatidica di quattro ore, sulla quale Shura era intransigente: «Se non ce la fai con quattro ore al giorno, vuol dire che non ce la farai mai». Dopo un paio d’anni, cominciò a interessarsi alla mia attività, aiutandomi a muovere i primi passi nel concertismo senza lesinare né consigli né contatti.
A lui devo il mio primo contratto discografico, la prima registrazione per la BBC e diverse collaborazioni che sono rimaste impresse nella mia memoria. Una volta, dopo un disgustoso caffè al Regent’s Park, con quel suo accento inconfondibile, mi disse: «A Milaaano. Devi andare a suonaaare a Milaaano. Laggiù c’è un impresario geniale, che se ne inteeende. Si chiama Fazzaaari: scriiivigli suuubito». Mi ci vollero vent’anni prima di trovare il coraggio di scrivere al Maestro Fazzari e quando lo feci scoprii con gioia che anche lui nutriva una sconfinata ammirazione per Shura, genio del pianoforte maltrattato dall’establishment, considerato per anni reliquia d’un passato perduto, ma un Musicista unico, irripetibile, visionario nella padronanza del suono, capace d’illuminare una frase con la luce degli dei e che proprio in Hans Fazzari aveva trovato un prezioso (e quasi unico) alleato in Italia.

Di tanto in tanto parlo al telefono con il Maestro Fazzari (non ho ancora avuto il piacere di stringergli la mano!) e inevitabilmente la nostra conversazione approda a Shura: ricordi, aneddoti, ammirazione, ma anche nostalgia e sconsolata tristezza nel ricordo di un Grande Artista che ha lasciato, in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di ascoltarlo, un vuoto incolmabile. Da qui, quindi, è nato il nostro umile e congiunto gesto di grato e rispettoso omaggio alla memoria di Shura Cherkassky, il mio Maestro. Che mi piace immaginare lassù, nel Parnaso, mentre con quella sua natura benevola e birbona mi sussurra con fare sornione: «Sei proprio un somaro! Te lo avevo detto di scrivere a Fazzari».
Grazie, Maestro!

(Sandro Ivo Bartoli)