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“PIOVANO & FRIENDS”

Dettagli evento
  • Data : 29 Aprile 2024, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 2, 20122 Milano
  • Biglietti: intero 25€, ridotto 20€

Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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PIOTR ILIC CIAIKOVSKI (1840 – 1893)
Sestetto per archi in re maggiore op.70 «Souvenir de Florence»
Allegro con spirito
Adagio cantabile e con moto
Allegro moderato
Allegro vivace

FELIX MENDELSSOHN (1809 – 1847)
Ottetto per archi in mi bemolle maggiore op.20
Allegro moderato, ma con fuoco
Andante
Scherzo. Allegro leggierissimo
Presto

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«PIOVANO & FRIENDS»

Questo progetto cameristico, nato dall’incontro di Luigi Piovano, Grazia Raimondi, i Virtuosi di Sansevero e completato dal coinvolgimento di altri illustri colleghi come Francesco Fiore e Ludovica Rana, ha debuttato a Torino nel 2022 per poi essere presentato in altre sedi italiane (Festival di Pasqua a Montepulciano, Bologna, Trieste…).

Luigi Piovano – Allievo di Radu Aldulescu, svolge un’intensa attività solistica e ha suonato a fianco di artisti come Pollini, Sawallisch, Chung, Lonquich, Sitkovetsky, Kavakos, le sorelle Labeque. Si esibisce stabilmente in duo con Antonio Pappano e, come solista, sotto la direzione di Chung, Menuhin, Nagano, Pappano, Pletnev, Shimono. Da oltre vent’anni è primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia.

Grazia Raimondi – Vincitrice della borsa di studio Fulbright, si è perfezionata con Franco Gulli e Rostislav Dubinsky e ha suonato come solista in sedi prestigiose come la Carnegie Hall di New York. È stata primo violino solista di orchestre tra le quali: Tokyo, Osaka, Padova, Sinfonica del Friuli-Venezia Giulia, Musici Aurei (con cui ha inciso come solista le Stagioni di Vivaldi), Camerata Strumentale di Prato e Ensemble Prometeo. È titolare della cattedra di violino presso l’ISSM di Ravenna.

Elena La Montagna Diplomata col massimo dei voti e la lode con Filomena Esposito, si è perfezionata con Felice Cusano e Giulio Franzetti. Nel 2001 ha vinto il concorso di violino di fila presso l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia dove, nel 2010, ha vinto il Concorso di terzo dei primi violini, ruolo che tuttora ricopre. È il primo violino degli Archi di Santa Cecilia.

Vincenzo Meriani – Violinista del Quartetto Felix e vincitore del Premio Sinopoli 2017, si è formato alla scuola violinistica di Salvatore Accardo. Affianca a un’intensa attività cameristica la collaborazione con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Ivos Margoni – Violinista romano, nato nel 1999, si è laureato presso il Conservatorio di Napoli con lode e menzione. Vincitore del Premio delle Arti 2018, ha collaborato in formazioni cameristiche con artisti come Konstantin Bogino, Andrea Lucchesini, Franco Petracchi, Bruno Giuranna e Salvatore Accardo.

Francesco Fiore – Da oltre trent’anni uno dei musicisti più eclettici del panorama italiano. Per venticinque anni prima viola dell’Opera di Roma, ha ricoperto il medesimo ruolo anche nelle Orchestre dell’Accademia di Santa Cecilia, della Scala di Milano, della RAI. Membro del Quartetto Accardo, è docente di viola presso il Conservatorio di Cremona.

Leonardo Li Vecchi Dopo il diploma in viola con Margot Burton, si è perfezionato con Bruno Giuranna, Luigi Alberto Bianchi, Francesco Fiore e Simonide Braconi. Vincitore nel 2022 del Concorso per prima viola presso il Teatro di San Carlo, nel 2023 ha vinto il Concorso per il medesimo ruolo presso il Teatro dell’Opera di Roma.

Ludovica Rana Si è diplomata con il massimo dei voti in violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Parallelamente all’attività concertistica, solistica e cameristica, è direttrice artistica di Sfere Sonore e segretario artistico di Classiche Forme.


PIOTR ILIC CIAIKOVSKI  

Sestetto per archi in re maggiore op.70 «Souvenir de Florence»

Capolavoro del repertorio da camera, «Souvenir de Florence» nasce nel 1890, come contraltare alla «Dama di picche». L’opera era stata scritta a Firenze, in sei settimane. Il suo carattere «noire» necessitava di uno specchio bianco in cui riflettersi. Ciaikovski sceglie una formazione insolita, il Sestetto d’archi. Insolita in particolare per lui, che non si era dedicato che saltuariamente al repertorio da camera, approdando però a sei capolavori (contrassegnati da numero d’opera). Tali sono i tre Quartetti (scritti negli anni di Mosca, tra il l87l e il 1876), l’autobiografico «Souvenir d’un lieu cher», tre pagine per violino e pianoforte e il Trio per pianoforte e archi, dedicato alla memoria dell’amico Nicolas Rubinstein, fondatore del Conservatorio di Mosca nonché fratello del poi più celebre Anton.

La musica da camera, come si vede, viene colta da Ciaikovski nell’accezione più intima e profonda: è musica cui consegnare gli affetti personali; è musica della memoria. Tautologicamente la menziona il titolo del «Sestetto op.70», dove tuttavia l’eco dell’italianità dei ricordi del compositore si fonde felicemente nella natura russa del canto. Due mondi si guardano, arricchendosi reciprocamente, dominati da una purezza di scrittura – dove molti vedono il neoclassicismo di Ciaikovski – che testimonia del saldo dominio formale (basti a esempio la fuga nel quarto movimento che conclude il Sestetto) del principe della melodia. La prima esecuzione di «Souvenir de Florence» porta la data del 6 dicembre 1892, a San Pietroburgo. Pochi giorni dopo ci sarebbe stata la “Prima” de «Lo Schiaccianoci». Meno di un anno dopo, la morte del compositore.

FELIX MENDELSSOHN

Ottetto per archi in mi bemolle maggiore op.20

Mendelssohn portò a termine il suo Ottetto in mi bemolle maggiore op.20 nel 1825, a soli sedici anni. Il giovane compositore aveva già dato in precedenza eccellenti prove del suo talento, ad esempio nelle Sinfonie per archi, scritte come puri e semplici lavori di apprendistato ed entrate oggi nel repertorio di tutte le principali orchestre da camera. L’Ottetto per archi, tuttavia, è un’opera che sopravanza di gran lunga le Sinfonie per archi: è un capolavoro perfettamente autonomo e completo, nel quale la personalità artistica e creativa di Mendelssohn si manifesta con una pienezza che, anche nei lavori della piena maturità, il compositore non sempre sarà in grado di raggiungere.

L’Ottetto fu dedicato da Mendelssohn al suo insegnante di violino, Eduard Rietz, in occasione del suo ventitreesimo compleanno. L’autore desiderava che l’Opera fosse eseguita dagli strumentisti come se si trattasse di una Sinfonia e non di musica da camera. Secondo un’opinione espressa dalla sorella di Mendelssohn, Fanny, lo Scherzo dell’Ottetto fu ispirato al compositore dalla lettura delle ultime righe della Notte di Valpurga, nella prima parte del Faust di Goethe.