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Recensione del concerto del 02 05 2022

Lucas Debargue alle Serate Musicali del Conservatorio

È un fuoriclasse il francese Lucas Debargue. Un pianista che oltre ad una tecnica invidiabile, spesso presente nelle nuove generazioni di virtuosi, ha una capacità di rendere personale uno stile interpretativo che, se pur attento ai dettagli di partitura, gioca anche sulla forza dirompente della restituzione sonora.
L’impaginato, presentato tutto difilato al concerto di ieri sera alle “Serate Musicali” di Sala Verdi, proponeva brani di Franck, Ravel, Skrjabin e Liszt. Quello introduttivo, di César Frank, la Fantasia in la maggiore da “3 Pièces pour grand orgue”, era un trascrizione per pianoforte dello stesso Debargue: un Andantino reso in modo espressivo che anticipa le capacità rielaborative del francese, che ricordiamo avere molto a cuore l’improvvisazione ed il jazz come testimonia il finale della serata.
Un pianista quindi “creativo”, che se pur capace di interpretare ottimamente i classici, tende dare, all’occorrenza,, un’ impronta personale alle esecuzioni proposte. In linea con le interpretazioni dei maggiori pianisti era il secondo ampio lavoro, Gaspard de la nuit, celebre brano composto da Maurice Ravel nel 1908 e suddiviso in tre parti: Ondine, Le gibet e Scarbo. Debargue ha restituito la coinvolgente composizione con una trasparenza coloristica invidiabile.
L’accuratezza dei dettagli e gli evidenti contrasti dinamici, si sono rivelati in modo esuberante nei due brani laterali, Ondine e Scarbo. Il pacato Le gibet centrale, ha trovato una solida riflessività e un perfetto equilibro meditativo, sostenuto anche da quella celebre nota ripetuta ben 153 volte nel corso dell’esecuzione. Un’interpretazione complessiva di altissimo livello quella del francese.
La Fantasia in si minore op.28 di A.Skrjabin, prima, e la Fantasia quasi sonata ovvero la “Sonata Dante” di Franz Liszt poi, hanno ancor più evidenziato le qualità virtuosistiche di Debargue. Due esecuzioni dirompenti, ricche di contrasti perfettamente controllati, che rivelano le capacità del solista di penetrare la notazione musicale attraverso una visione ben precisa della musica. Frangenti esasperati, ma di una chiarezza espressiva disarmante, sono emersi soprattutto nella Sonata dedicata al poeta italiano.
Applausi sostenuti al termine e tre bis concessi da Debargue: le note semplici e profonde della Sonata n.32 in re minore di Domenico Scarlatti, uno splendido Erik Satie con Gnossienne n.1 e per concludere il celebre Round midnight di Thelonius Monk, brano jazz rivisitato mirabilmente da Debargue con un finale virtuosistico tutto del francese. Applausi convinti dal pubblico intervenuto in Conservatorio.

3 maggio 2022 Cesare Guzzardella

Galleria di foto di Alberto Panzani

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