Recensione del concerto del 31 Maggio 2021

Enrico Dindo e I Solisti di Pavia per Serate Musicali

Da circa venti anni il violoncellista Enrico Dindo dirige l’orchestra d’archi I Solisti di Pavia, esprimendosi oltre che nella direzione anche con il suo prediletto strumento ad arco. Ieri sera, dopo alcuni rimandi “causa covid”, finalmente è tornato sul palcoscenico di Sala Verdi in Conservatorio nel duplice ruolo di direttore e di solista. Dindo prima d’iniziare ha voluto ricordare l’Avv. Andrea Massimo Astolfi, compianto presidente de I Solisti di Pavia. L’impaginato prevedeva brani classici di marcata valenza melodica, alcuni di questi in trascrizione o orchestrazione per cello ed archi fatte dallo stesso Dindo.
Il bellissimo brano Chant du Menestrel (1901) per violoncello ed archi di Aleksandr Glazunov, ha felicemente introdotto la serata rivelando da subito la cifra stilistica ed espressiva dell’eccellente violoncellista. Il suono dolce e vellutato, del suo strumento, ricco di vibrato, è apparso di notevole qualità sin dal primo breve ed intenso lavoro.
A seguire il Rondò per violoncello ed archi (1891) di Antonin Dvorak ha proseguito la serata. La felice orchestrazione di Dindo del Requiem per tre violoncelli ed archi (1891) di David Popper – compositore e violoncellista boemo vissuto nel secondo Ottocento- ci ha portato ad un lavoro di rara esecuzione ma di ottima resa espressiva.
Molto bravi anche gli altri due solisti  entrati in gioco in modo determinante nel valido brano. Rientrato in palcoscenico nel ruolo di direttore, Dindo ha scelto poi la celebre Serenata per archi di P.I. Čaikovskij, un ampio lavoro cameristico del 1880 caratterizzato da quattro movimenti d’immensa ispirazione e di perfetta costruzione melodico-timbrica.

L’ottima direzione operata da Dindo ci ha rivelato la statura d’alto livello del gruppo d’archi di Pavia, arrivato ad una tensione musicale di notevole impatto emotivo sin dal primo movimento, il profondo ed incisivo Andante non troppo, seguito poi dal celebre luminoso Valzer. Il programma ufficiale ha avuto una non breve coda con tre brani per violoncello ed orchestra eseguiti come bis.
Il primo, il Notturno di Čaikovskij trascritto dal russo dall’originale per pianoforte op.19 n.4 ; il secondo, una trascrizione di Dindo del Cigno dal Carnevale degli animali di C. Saint-Saens ed in fine un’Ave Maria di Piazzolla ancora egregiamente trascritta per violoncello ed orchestra dal bravissimo solista.
Mirabili esecuzioni.
Successo di pubblico ed applausi meritatissimi.

1 giugno 2021 Cesare Guzzardella 

Articolo tratto da Corrierebit


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